Una folla commossa si è stretta attorno alla famiglia dell'Ingegner Osvaldo Facchinetti nel dargli l'ultimo saluto.Le sue esequie si sono celebrate alla Santissima Annunziata di Marina di Carrara martedì pomeriggio, in una silenziosa atmosfera di profondo dolore, dovuta alla sua improvvisa scomparsa che ha lasciato i numerosi amici e conoscenti nello sconforto più profondo.Costernazione e sgomento sono i sentimenti più condivisi, che tuttavia non impediscono ai soci del Rotary Club di Carrara e Massa di ricordare la sua figura, assai apprezzata, sia per le qualità umane che professionali. Nato a Torino da genitori bergamaschi, dopo la frequentazione del Liceo Classico di Carmagnola, entrò all'Accademia Navale di Livorno, da cui uscì ufficiale della Marina Militare con una laurea in Ingegneria elettronica, conseguita all'Università di Pisa. Una carriera da primo della classe: maturità classica con 60/60 e primo del suo corso a Livorno.Specializzatosi nel campo dei calcolatori, navigò sulle più importanti navi della Marina Militare italiana, assumendo incarichi rilevanti come, per esempio, in ambito di difesa missilistica.Transitato in ambito civile, ha poi ricoperto il ruolo di manager in aziende di primaria importanza nel settore della difesa, cominciando dalla società Marconi di Genova, per approdare successivamente alla Intermarine, dove ha vissuto una seconda vita lavorativa. Divenuto direttore del business development, grazie alle sue ampie conoscenze delle unità navali oltre che alle sue doti di negoziatore, ha conseguito numerosi risultati di rilevanza economica e di crescita per l'azienda, operando a diretto contatto con le Marine Militari più prestigiose del mondo. In tale ruolo ha toccato ogni angolo del pianeta, non solo occupandosi degli aspetti commerciali, ma anche della formazione, che impartiva ai militari esteri per l'utilizzo delle navi in consegna. Decisiva la sua eccezionale curiosità per le diverse culture incontrate.Grande sportivo, coltivava l'amicizia con animo leale e sensibilità. I soci del Rotary lo ricordano per il profondo attaccamento al Club, per il quale si era messo a disposizione assumendo, negli anni, diversi incarichi direttivi. Innumerevoli sono gli aggettivi che lo tratteggiano come una persona squisita e straordinariamente signorile. Un vero gentleman che, da uomo perbene qual era, usava sempre garbo e gentilezza e non faceva mai mancare un gesto elegante o una battuta di spirito. Con la sua famiglia, la nobiltà d'animo assumeva le forme dell'amore più autentico. Marito esemplare, coltivava fulgido il rapporto con la moglie Anna Maria, professoressa di lettere, conosciuta proprio in navigazione militare sull'Amerigo Vespucci in un'occasione di gala, a cui aveva partecipato con il padre, il Generale Marri. Una coppia splendida, riferimento anche per la figlia Giulia, da poco diventata mamma della piccola nipote Delia, per cui stravedeva nella veste di nonno premuroso.
Data la grandezza della persona, la famiglia rotariana si unisce alla famiglia di Osvaldo, per ricordarne la figura e renderla indelebile.









