L'Accademia della Pace esprime piena solidarietà e sostegno alla relatrice Onu colpita da sanzioni: una sanzione personale ed è il primo caso nella storia dell'Organizzazione delle Nazioni Unite. Scrive l'Accademia della Pace:
"Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei territori palestinesi occupati, ha sempre denunciato con coraggio le violazioni sistematiche del diritto internazionale perpetrate da Israele, che vanno dall'apartheid all'accusa di genocidio. Nel suo ultimo rapporto, presentato il 30 giugno al Consiglio ONU, la relatrice ha identificato oltre 60 multinazionali – tra cui Amazon, Microsoft, Alphabet, Palantir, Lockheed Martin, Caterpillar, BlackRock, Leonardo e BNP Paribas – come parte integrante dell'"economia dell'occupazione" e del sostegno alle operazioni militari a Gaza. Il 9 luglio il Segretario di Stato Usa Marco Rubio ha annunciato sanzioni nei confronti della Relatrice ONU, che vanno dal congelamento di beni, al divieto di transazioni con soggetti americani fini a limitazioni all'ingresso negli Stati Uniti. L'accusa sarebbe di aver commesso "sforzi illegittimi" per spingere la Corte penale internazionale ad agire contro funzionari e aziende di Usa e Israele, oltre che di antisemitismo e sostegno al terrorismo. Albanese ha reagito con fermezza, definendo le sanzioni "un segno di colpa, non di forza" e affermando di non essere intimidita ma determinata a proseguire nel suo impegno per la giustizia. Riteniamo che silenziare con sanzioni una relatrice Onu rappresenti una pericolosa spinta verso l'impunità. Francesca Albanese svolge un ruolo fondamentale nel denunciare le responsabilità corporative e istituzionali dietro le violazioni, difendendo i valori della pace e dei diritti umani".
Invitiamo quindi la comunità internazionale a condannare le sanzioni come atto intimidatorio verso le istituzioni ONU; a Difendere il diritto di Albanese a continuare il suo mandato con indipendenza e ad Adottare misure concrete – tra cui sanzioni mirate –, per interrompere il coinvolgimento economico e militare che alimenta lo sfruttamento e l'occupazione nei Territori Palestinesi.