Risale al 26 aprile scorso la determina, firmata dal direttore Antonio Sconosciuto, che incarica lo studio di architettura Martini di accertare di quali e quanti immobili sia proprietaria l’azienda “Gioacchino Ascoli”, e se questi siano conformi dal punto di vista urbanistico, catastale, funzionale e soprattutto valoriale.
Per chi si fosse perso un pezzo, l’azienda in questione è quella che gestisce l’omonima casa di riposo massese, impantanata ormai da anni in diatribe giudiziarie e un ingente debito con le precedenti cooperative che l’hanno presa in carico.
Perché si è deciso di fare l’”inventario” del patrimonio di Casa Ascoli? Per il candidato sindaco Fabio Evangelisti la risposta, o quantomeno la supposizione, non potrebbe essere più chiara: la cessione di beni di proprietà pubblica per ripianare almeno in parte la disastrosa situazione debitoria.
Per Evangelisti, che ha espresso le sue preoccupazioni per mezzo stampa, è impensabile che si sia deciso di affidare questa raccolta dati a uno studio quando si poteva semplicemente consultare il comune, ed è inaccettabile che un bene pubblico venga svenduto a causa delle precedenti gestioni.
“Che negli ultimi cinque anni le consulenze e gli incarichi abbiano contribuito ad accrescere il debito è cosa nota – incalza Evangelisti – ma che adesso si voglia addirittura arrivare ad alienare una parte del patrimonio pubblico sembra francamente troppo. Crediamo, insomma, che a questo punto vada fatta chiarezza! Lo pretendiamo come cittadini, e lo dobbiamo alle lavoratrici e ai lavoratori oltre che ai nostri nonni, gli unici impossibilitati a far sentire la propria voce in questa triste vicenda. Alla commissaria prefettizia, dottoressa Maria Rosa Trio, chiediamo di intervenire e fornire chiarimenti alla città sul caso Ascoli”.