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Scritto da Redazione
Politica
18 Novembre 2020

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Il collettivo Athamanta, a seguito della visione dell'anteprima del documentario “Uomini di pietra”, che andrà in onda in esclusiva su DMAX da giovedì 19 novembre in prima serata, che racconta di come viene estratto e lavorato il marmo delle Alpi Apuane, ha deciso di segnalare che le attività estrattive nelle Alpi Apuane stanno causando uno dei più grandi disastri ecologici e ambientali al mondo.

Athamanta è un percorso nato a Massa-Carrara che riunisce numerose realtà associative e soggetti singoli con l’obiettivo di tutelare le Alpi Apuane, catena montuosa di inestimabile valore che ospita 1784 specie e sottospecie floristiche, ovvero il 30 per cento del totale italiano e una quantità maggiore di quella presente su tutto il suolo della Gran Bretagna - molte di queste sono inoltre endemismi - riteniamo non opportuna la spettacolarizzazione di un business che autorizza perlopiù la polverizzazione delle Apuane. Sono fatti e numeri a documentare il disastro in corso: ogni anno vengono estratte circa 4 milioni di tonnellate di montagna: fino al 90 per cento del materiale estratto è scarto.

Athamanta si è rivolta direttamente ai direttori del programma:-

“Spett.le DMAX

Alla cortese attenzione del Direttore Discovery Italia

Dr.ssa Laura Carafoli

Egregia Direttrice, La montagna, oggetto del Vostro documentario “Uomini di pietra”, viene devastata ogni giorno e finisce nel mercato del carbonato di calcio impiegato per il settore edilizio, per le industrie farmaceutiche e cosmetiche. L’80% del marmo bianco estratto nelle Apuane fa questa fine, il 19,5% è impiegato per arredi e rivestimenti mentre l’arte pesa lo 0,5% delle estrazioni. Aggiungiamo che ad oggi solo il 15% delle cave è in possesso delle certificazioni ambientali: come documentano i database ufficiali di Ispra e Accredia solo 11 cave su 73 sono registrate Emas o certificate Iso 14001. Certificazioni oltretutto inefficaci che non mirano alla tutela delle acque superficiali e sotterranee.

E’ alquanto poco rispettosa, nei confronti degli abitanti del territorio e non solo, la spettacolarizzazione del lavoro estrattivo a fronte degli impatti disastrosi vissuti dal territorio Apuano, interessato da dissesto idrogeologico dovuto anche all’escavazione – si sono verificati 8 alluvioni in 20 anni a Carrara – inquinamento per scarti di cava – ogni anno insieme a oli esausti e idrocarburi viene sversata polvere di marmo che cementifica gli alvei fluviali – e danni ambientali – circa venti specie endemiche floristiche e faunistiche apuane sono a rischio.”

Ogni anno nelle cave di marmo muore in media una persona. Ci sono stati 12 incidenti mortali negli ultimi tredici anni, 1206 feriti. E si tratta di un dato parziale, visto che dal 2017 l’osservatorio infortuni dell’Asl locale non è stato attivo per una riorganizzazione della struttura interna. Athamanta ha concluso il suo intervento: -“A fronte di un incidente mortale verificatosi lo scorso 28 ottobre in una cava sul monte Corchia (Comune di Stazzema) riteniamo ancora più inopportuna la messa in onda del Vostro programma “Uomini di pietra”, pericolosamente vicino ad un’apologia della devastazione.”

Fra. S. Vat.

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