Il consigliere comunale di Arcipelago Massa Andrea Barotti commenta la nascita della multiutility Toscana e afferma: "La nuova multiutility gestirà acqua, energia e rifiuti di ben sessantasei comuni tra i quali Firenze e potrà, qualora ve ne siano le condizioni, sbarcare in Borsa (sul mercato non potrà andare più del 49% del capitale). Il sindaco Dario Nardella ha aperto la possibilità di allargare l’orizzonte dell’operazione alla costa toscana; tale ipotesi mi lascia perplesso come, in generale, l’idea di un’unica società, pubblica/privata, quotata sulla piazza azionaria, che eroghi servizi essenziali ai cittadini”.
Il civico invita la politica locale a riflettere: “L’acqua è un bene pubblico, l’energia è strategica per la vita delle società evolute, la gestione dei rifiuti è fondamentale per garantire l’integrità ambientale e la salute pubblica perciò va da se che il tema in oggetto sia particolarmente delicato e meriterebbe, in vista di futuri sviluppi, un confronto. Il ragionamento sulla nuova multiutility si innesta in un contesto difficile, penso al caro energia, che dovrebbe propiziare una analisi matura. Per essere più chiaro stiamo osservando, nel settore energetico, cosa accade quando gli Stati lasciano campo, in un ambito strategico, alla finanza; per il nostro paese sono lontanissimi gli anni dell’Eni targata Mattei”.
Il civico prosegue nel suo intervento; “La creazione di multiutility quotate in borsa dovrebbe portarci a stabilire quale sia l’obiettivo che si persegue: l’efficienza? Il contenimento dei costi con una maggior qualità dei servizi? L’utile? È certo che gli investitori privati guardano al rendimento e sono disposti a finanziare una società in cambio di un tornaconto perciò trovo difficile far conciliare tariffe contenute con le logiche del mercato. L’efficienza, la qualità del servizio non dipende dalle dimensioni o dalla natura giuridica del gestore ma dalla politica “industriale” che si adotta quindi non è detto che un’azienda pubblica sia sempre inefficiente e che una azienda privata sia sempre un modello di virtù”.
Secondo Barotti l’utente sarà ancor più debole: “Le società pubbliche/private opereranno in una situazione di vantaggio; oggi scegliamo chi ci ritira i rifiuti? Scegliamo chi ci fornisce l’acqua? E se anche ci fosse questa possibilità potremmo evitare la giungla che certe “liberalizzazioni” hanno prodotto? Saremmo al sicuro da cartelli su beni essenziali? (In questi giorni l’Antitrust ha avviato delle procedure istruttorie nei confronti di 4 società del settore energetico e avviato una richiesta di informazioni ad altre 25 società per verificarne la condotta)”.
Barotti è preoccupato: “Si mantiene la natura pubblica di un bene come l’acqua ma, di fatto, si apre la porta al privato aggirando la volontà popolare e non considerando le esperienze, poco entusiasmanti, che le aggregazioni hanno prodotto; Penso al costo per l’acqua che i cittadini apuani sostengono, alle vicissitudini dell’impianto di depurazione del Lavello. L’esempio di Gaia pone in luce anche la questione del peso che le indicazioni dei cittadini possono avere; l’Amministrazione Persiani non è riuscita a far uscire il nostro Comune dalla compagine della società idrica. La domanda di fondo è: quale considerazione avranno i singoli soci pubblici nelle scelte aziendali delle multiutility?"
Il Consigliere di Arcipelago Massa vede una classe dirigente disattenta, distratta: “Il prossimo passo della multiutility Toscana sarà inglobare Reti Ambiente quindi Asmiu, Cermec? Incorporare Gaia? Sono ipotesi che una classe dirigente responsabile e seria dovrebbe prefigurarsi ed è un vero peccato che le figure politiche di rilievo trovino il tempo per presentare dei libri (spesso scritti da politici o ex politici), per inaugurare fontanelle o aiuole ma non per discutere su ciò che riguarda i diritti e le tasche dei cittadini”.