Prima uno, poi l'altro. Proprio come le ciliege. Il consigliere comunale Massimiliano Bernardi ci ha telefonato chiedendoci se avevamo qualche problema con il giornale visto che, a suo avviso, qualcosa non funzionava come prima. Poi, proprio ieri, Nicola Pieruccini della Lega, ci ha inviato su wapp quanto segue:
Buongiorno Direttore.
Ho notato negli ultimi tempi che la pagina del tuo giornale lascia un pochino indietro tematiche politiche abbastanza importanti.
Io stesso più di una volta ho inviato alla tua redattrice comunicati stampa o articoli che non sono stati pubblicati oppure sono stati fortemente tagliati.
Ritengo che il mio partito sia una parte importante della vita politica cittadina e provinciale.
Ti chiedo per cortesia di verificare la cosa in quanto ritengo che la tua pagina abbia sempre rispecchiato ciò che accadeva sul territorio e sia stata un esempio di correttezza.
Ti ringrazio.
Che un politico si rivolga ad un direttore di giornale, sia pure irriverente e tutt'altro che istituzionalizzato o istituzionale o anche tradizionale, è cosa normale. Per questo crediamo non ci sia niente di male nelle parole di Bernardi e Pieruccini. Tuttavia, quando le cose capitano così ravvicinate, c'è qualcosa che non quadra.
Cari Bernardi e Pieruccini il direttore (ir)responsabile della Gazzetta di Massa e Carrara desidera tranquillizzarvi. Qua tutto va bene nel senso che non è cambiato alcunché. Possono cambiare i suonatori, ma la musica, nella nostra Repubblica, è sempre la stessa e a dirigerla è sempre lo stesso insopportabile, pluridenunciato giornalista professionista.
Chi scrive ha lavorato per 20 anni nei quotidiani del sistema e, il ventunesimo, ha deciso di dire basta. Politici come voi, erano soliti, quando qualcosa non andava per il verso che loro volevano, alzare la cornetta e chiamare la direzione del giornale che, tanto per dirla tutta, era a Firenze. E il caporedattore di turno raramente perdeva l'occasione di telefonare al caposervizio della redazione locale per dirgli quel che avrebbe dovuto o non dovuto fare. Era, comunque, una interferenza che il sottoscritto non avrebbe mai tollerato ed è anche per questo che ha preferito andarsene da una struttura gerarchica dove non contavano e dove non venivano premiate l'autonomia di pensiero e l'indipendenza di giudizio.
Alle Gazzette quel sistema così radicato nel giornalismo italiano non funziona anzi, non esiste. In dieci anni pochissimi politici o amministratori hanno chiamato per protestare e, quando lo hanno fatto, si sono imbattuti nella voce del sottoscritto il cui telefono privato è lo stesso del giornale proprio perché non ci siano dubbi o intermediari di sorta. Questa voce li ha consigliati di chiamare il direttore e quando hanno chiesto il numero, glielo abbiamo dato. 'Ma è quello che ho chiamato ora' osservavano stupiti. 'Esatto' rispondevamo noi. Fatevi una domanda e datevi una risposta.
La realtà delle vostre due lamentele, sia pure discrete e gentili, comprende, in sostanza, un sottinteso 'ma che cosa sta succedendo alla Gazzetta di Massa e Carrara' che non ci pubblica più i comunicati come prima, più di prima?
Ve lo spiega lo scrivente. Forse, eravate stati abituati troppo bene e era già diverso tempo che il direttore responsabile voleva scrivere a voi e a tutti, una sorta di erga omnes rivolto ai politici e agli amministratori, soprattutto, se sprovvisti di un addetto o di un ufficio stampa.
Vedete, voi siete, tutti, sindacalisti, politici, amministratori pubblici, talmente presi dalle vostre beghe personali e politiche da non domandarvi mai se dall'altra parte ci sono persone che hanno il tempo, la possibilità, la voglia di mettersi a redazionare i vostri comunicati che, spesso, sono lunghi chilometri di lettere che potrebbero essere ridotte di un buon 80 per cento senza perdere nulla di ciò che volevano dire. Non solo. Spesso scrivete in prima persona, nemmeno Napoleone, fra un po', era solito fare altrettanto.
E noi, che dobbiamo leggerci quello che scrivete e che vi scambiate tra voi, dovremmo sintetizzare evitando di farvi scrivere in prima persona e portando il tutto in una più logica, adeguata e leggibile terza persona singolare. Macché! Voi nemmeno lo capite questo perché vi domandate subito come mai abbiamo tagliato il vostro pensiero così arguto e indispensabile per i nostri e vostri lettori.
Inoltre, voi siete abituati male. I giornali cartacei, che comprate, attualmente, a 1 euro e 50 centesimi, hanno mezzi economici e sussidi statali che permettono loro di pagare fior di colleghi i quali, sovente, hanno solo da redazionare e titolare i vostri discorsi. Noi, no. E, in secondo luogo, il nostro giornale non lo pagate ed è gratuito, quindi, come ben sapete, siamo in pochi e campiamo solo di pubblicità privata e di questi tempi...
Inviate, sovente, un comunicato al giorno quando non, addirittura, due. Li inviate dal vostro cellulare e nemmeno fate la fatica di mettervi al Pc, accenderlo e scrivere. No, tutto sul cellulare e via, un tasto e il testo arriva dall'altra parte cioè a noi.
Infine, consentiteci di aggiungere che avreste tutti bisogno di andare a lezione di comunicazione e, se non vi arrabbiate, il sottoscritto è disponibile a organizzare un corso ad hoc finito il quale vi rendereste conto di come, sempre, basta poco per dire le cose e per dirle, in particolare, in maniera comprensibile a tutti. Siamo d'accordo che la famosa casalinga di Voghera degli anni Settanta e Ottanta non esiste più anche perché quale donna, oggi, ha ancora il coraggio di definirsi casalinga senza i sensi di colpa che infonde questa società ottusa e priva di buonsenso? Ma a tutto c'è un limite e se anche le casalinghe non si mostrano più in pubblico, quando leggono vorrebbero comprendere.
Quindi, cari amici miei da qualunque parte politica proveniate, abbiate la cortesia e anche il buongusto di aiutarci nel nostro lavoro.
Quanto a Pieruccini, gradiremmo che comprendesse come anche uno come il sottoscritto, che negli ultimi tre anni si è beccato 19 esposti e altrettante querele per diffamazione da quando ha scelto di fare il giornalista come si deve e si dovrebbe, ha un limite e pubblicare certe esternazioni non soltanto è rischioso, ma anche inutile. Se si vuole scrivere e pubblicare tutto si fondi un giornale, si paghino un direttore che prenda schiaffi e giornalisti consenzienti. Altrimenti si accetti il lavoro degli altri senza contestare o protestare.
Domandare è lecito e rispondere è cortesia. Così è e così abbiamo fatto. Ma non torniamoci su.