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Scritto da Redazione
Politica
21 Giugno 2025

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Hanno definito "ipocrita" il cartello che riporta lo skyline delle Apuane viste dalla passeggiata sul molo ed hanno invitato a boicottare il cartello e la cerimonia di inaugurazione che si è tenuta nella mattinata di sabato 21 giugno alla presenza del sindaco di Carrara Serena Arrighi e del principale fauutore dell'installazione, il professor Riccardo Canesi. L'ipocrisia, per il gruppo Apuane Libere starebbe nel fatto che proprio dal porto di Marina di Carrara salpano le navi cariche di marmo e nel fatto che molti soggetti istituzionali si sarebbero piegati a "questa ennesima narrazione tossica sovvenzionata da chi giornalmente commercia con le montagne sopra Carrara". "Alcuni soci dell’organizzazione di volontariato Apuane Libere spiegano i contestatori -  hanno assistito inorriditi all’inaugurazione di un farsesco cartello in alluminio con lo skyline delle Alpi Apuane rappresentato schematicamente senza la distruzione dovuta alle cave.L’istallazione, promossa ipocritamente da alcune sezioni di ben note associazioni riconosciute a livello nazionale in combutta con l’avida amministrazione comunale di Carrara e con qualche personaggio in cerca di poltrona, è stata posta sul nuovo molo di Marina di Carrara, pretendendo di elencare le stesse montagne che ogni giorno vengono divorate da escavazioni intensive: insomma un bel cartello da guardare mentre le Apuane reali spariscono, progettato artatamente in una cornice turistica dentro cui incastonare l’ipocrisia ambientale che ormai si è fatta sistema. Il cartellone – continuano dall’associazione ambientalista – se da una parte promette di offrire al cittadino e al forestiero uno sguardo informato sul profilo montano e sulle poche cime rimaste ancora integre, dall’altra si dimentica di palesare che quel profilo cambi a vista d’occhio, con versanti interi che crollano e spariscono per riempire container e navi di sassi di ogni pezzatura (a Marina di Massa ne sanno ancora qualcosa). Così, mentre sotto i nostri piedi fluiscono detriti e marmettola abbandonati giornalmente nel torrente Carrione e nelle falde acquifere della zona, sopra di noi si celebra la montagna con un’immagine statica, muta e rassicurante e se qualcuno intervenendo ha detto che lo scopo è sensibilizzare, il rischio è che si tratti solo di una cartolina commemorativa per un paesaggio che non c’è già più è altissimo e se soltanto si soffrisse meno di ipocrisia, si dovrebbe perlomeno aggiornarlo una volta al mese. L’estrattivismo è l’eterna finzione che vuole consolare mentre devasta, rassicurare mentre consuma, un disegno educato che cerca di coprire il rumore assordante delle ruspe, una rappresentazione che sottrae realtà alla realtà, per addomesticarla, per renderla vendibile. Ma la montagna vera non sta più nel cartello: sta nei cumuli di polvere ai piedi delle gru, nei container stipati, nel silenzio che segue la distruzione". "Stupisce e amareggia – spiega Gianluca Briccolani presidente di Apuane Libere - che a questa operazione di puro greewashing, abbiano aderito associazioni storicamente legate alla tutela ambientale come la sezione di Carrara del Club Alpino Italiano ed Italia Nostra: ma davvero qualcuno di loro crede ancora che basti un pannello bicolore per far finta di vedere ciò che invece non si vuole affrontare davvero, ossia la sistematica distruzione delle Apuane. Boicottare questa ennesima marchetta fatta dai baroni del marmo che hanno aperto le proprie bisacce per questo assurdo progetto, è l’unico gesto coerente e possibile che una persona amante dell’ambiente montano può fare di fronte a questa vergognosa messinscena. Perché non basta una verniciata di verde sopra ai siti estrattivi ad edulcorare un’economia di rapina che è tutto fuorché sostenibile e circolare; ed anche per chi dice di amare l’ambiente, sono finiti i tempi dei tesseramenti occulti e delle complicità silenziose con il sistema del marmo che ha fatto del nostro territorio una miniera a cielo aperto, senza limiti e senza futuro. Finché Carrara continuerà a considerare l’economia del marmo un’eccezione intoccabile, anche i diritti fondamentali – alla salute, al paesaggio, all’ambiente – saranno considerati secondari, negoziabili, sacrificabili. È ora di ribaltare la prospettiva: non servono più immagini da cartolina, ma azioni concrete per fermare la devastazione come quei monitoraggi che facciamo noi al monte al posto degli enti preposti ai controlli. Questo pannello – conclude Briccolani -  non servirà di certo a salvare le nostre amate Apuane dalla distruzione, ma diventerà l’epitaffio di chi non ha voluto deliberatamente salvarle"

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