L’intervento del presidente dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, il napoletano Antonio Passa, in difesa della figura di Luciano Massari, direttore dell’istituto, non ha convinto per nulla il coordinatore comunale della Lega, Nicola Pieruccini e il coordinatore comunale di Forza Italia, Riccardo Bruschi che, nei giorni scorsi avevano divulgato il contenuto della relazione del dirigente dei servizi ispettivi del Mef, Michele Ametta, in cui è evidenziata l'ineleggibilità, l'incompatibilità e la licenziabilità dello stesso Massari oltre a una gravissima serie di eccezioni che riguardano lui e l'attività dell' Accademia divenute oggetto di almeno cinque procedimenti giudiziari in corso di carattere penale, civile e contabile.
Pieruccini e Bruschi si sono detti, addirittura, esterefatti e allibiti di fronte alle esternazioni sostenute, peraltro consapevolmente, dal presidente Passa. “Un manager come Passa - hanno detto Pieruccini e Bruschi - avrebbe dovuto rispondere nel merito alla numerosissima serie di contestazioni fatte a una istituzione pubblica di cui, assieme a Massari, detiene la rappresentanza legale. Senza contare, peraltro, che Passa è anche formalmente il datore di lavoro di Massari. Per dovere di trasparenza avrebbe dovuto essere lui, e non noi, a diffondere una relazione che è un atto pubblico e dovrebbe oggi fornire le tante risposte che studenti, insegnanti, dipendenti, la città tutta e l'intero comparto artistico nazionale richiedono con urgenza e rabbia. Invece da parte sua non c'è stata una parola di presa di distanza da Massari, ma neppure di tutela della gloriosa istituzione che rappresenta.”.
Pieruccini e Bruschi hanno contestato a Passa la scelta di aver voluto buttare l’intera vicenda in caciara sconfinando addirittura nella politica locale con riferimenti negativi nei confronti di Lega e Forza Italia palesemente presi a prestito dai 5 stelle locali, dando quindi adito a sospetti nei due coordinatori comunali di affinità e adiacenze tra lui e l’amministrazione carrarese. “Passa ha cercato di far apparire la relazione di Ametta come un atto amministrativo di routine - hanno continuato Pieruccini e Bruschi - sostenendo che si sia trattato di un procedimento denominato “verifica amministrativa contabile, di cui sono destinatari moltissimi enti pubblici” e che “moltissime sono state nell'ultimo periodo istituzioni Afam oggetto di ispezioni di tal natura”.”.
Questa sarebbe la più clamorosa menzogna, secondo Pieruccini e Bruschi, smentita proprio dalla stessa relazione del dottor Ametta nella prima pagina del documento: “L'accesso ispettivo è stato condotto anche al fine di verificare alcuni esposti del collegio sindacale dell'Accademia e alcune richieste avanzate dal Miur, ambedue finalizzate a stimolare una verifica ispettiva in relazione a fatti denunciati con esposti vari la cui relativa documentazione risulta in possesso dei ministeri competenti ma anche delle autorità giudiziarie”.
“Nessuna ispezione di routine - hanno rincarato Pieruccini e Bruschi - ma una specifica verifica richiesta dal Miur e dai revisori dei conti dell'Accademia che, è bene precisarlo, per questi motivi si sono dimessi dal loro incarico. Tutto questo un presidente adeguato al ruolo avrebbe dovuto controllarlo e, eventualmente, denunciarlo. Invece Passa, che in città nessuno conosce (in quanto residente a Roma n.d.r.) e che sino ad oggi ha brillato solo per la sua latitanza non essendosi quasi mai degnato di venire a Carrara neppure con l’Accademia in questa situazione, ha cercato di liquidare come polemica politica la più grave crisi in 250 anni di storia dell'Accademia tentando, in modo grossolano, di ridimensionare la portata di una pesantissima ispezione ministeriale e di almeno cinque procedimenti giudiziari in corso”.
La replica di Pieruccini e Bruschi a Passa non poteva non concludersi con una pesante frecciata all’indirizzo del presidente dell’Accademia: “Su una cosa tuttavia Passa ha ragione: le dimissioni a raffica, i commissariamenti, i conflitti tra gli organi, le polemiche non sono così rari nelle istituzioni artistiche italiane. Lo sa bene lui, che ha diretto per undici anni l'Accademia di Belle Arti di Roma, protagonista negli ultimi anni di polemiche forse meno gravi, ma altrettanto clamorose di quella di Carrara”.