"Carrara merita così tanta bellezza" ha detto della sua mostra il curatore di White Carrara Domenico Raimondi. Sull'iniziativa in sé diremo qualche parola tra qualche giorno, ma è persino superfluo evidenziare che i toni usati dal politico-curatore lucchese superano abbondantemente i confini del ridicolo. Così come il resto dell'intervento sui danneggiamenti alle statue, per lui frutto di "curiosità e disattenzione" e "non di atti vandalici". Tale è stata la smania di apparire, che il politico-curatore si è sostituito al sindaco e al commissario di polizia. Non capisco i motivi per cui si è sentito in dovere di esprimersi in luogo delle forze dell'ordine e, forse, per capirlo, servirebbe Freud, ma sul perché è intervenuto al posto del sindaco è invece chiarissimo ed è stato enunciato dall'assessore alla cultura ieri sera in consiglio comunale in risposta alla mia interrogazione: "Noi vogliamo parlare solo di cose belle". A parte che, se così fosse, dovrebbero tacere all'infinito, ma è la strategia comunitiva in sè ad essere incredibilmente assurda. Erano le dittature novecentesche a parlare solo di cose belle, vincevano persino le guerre il giorno prima di capitolare, volevano costruire i "Reich" millenari. Questa strategia comunicativa poteva funzionare negli anni '30 del secolo scorso, quando c'era la censura, le veline (quelle dell' agenzia Stefani e non quelle di Striscia la Notizia) e il Minculpop. Non certo oggi, nell'epoca di Internet, social e intelligenza artificiale, quando le bugie hanno le gambe corte e il naso lungo.
La bellezza che Carrara merita, e non gli viene data, parte invece dalla capacità di proteggere e tutelare le statue che vengono esposte con un allestimento e un servizio di vigilanza adeguati, che invece mancano per stessa ammissione dell'amministrazione comunale.Tutti abbiamo, ad esempio, visto le foto di adulti che giocavano a calcio in piazza Alberica in mezzo alle esposizioni di White Carrara senza che nessuno intervenisse. Va bene che Raimondi, che immagino tifi per la Lucchese, dopo la promozione della Carrarese in serie B, ha cambiato il logo della manifestazione colorandolo di giallo-azzurro, ma accettare che piazza Alberica venga trasformata nello stadio dei marmi mi sembra un tantino troppo. Come troppo mi sembrano le sue improvvide dichiarazioni sul fatto che i danneggiamenti non siano derivati da atti vandalici, non fosse altro perché così preclude a priori la possibilità di ottenere un risarcimento da parte delle compagnie che sono state pagate per assicurare quelle opere. Come detto della mostra in sè troveremo occasione per parlare, ma ciò che oggi appare evidente è che l'organizzazione è quantomeno latitante nell'allestimento e nella sicurezza e non certo per colpa dei dipendenti del Comune, di Nausicaa e di Imm che, al contrario, si sono prodigati con passione e senso del dovere.
Bel mè Marble week, mi viene da dire. E forse se i politici carraresi, invece di andare a cercare affini politici lucchesi, avessero chiamato chi quella manifestazione l'ha ideata e dedicata al design con enorme successo, forse stasera non staremmo parlando di queste cose.