Contiene a tenere banco la questione sulla gestione e la situazione debitoria della casa di riposo “Gioacchino Ascoli” di Massa.
Dapprima era stato il consigliere del Gruppo Misto Antonio Cofrancesco a sollevare dei dubbi, accresciuti nuovamente dal comunicato firmato dal segretario generale della funzione pubblica delle Cgil Alessio Menconi.
Una situazione potenzialmente esplosiva, in grado di creare nuovi attriti in una maggioranza che il primo cittadino massese, Francesco Persiani, sta provando a tenere unita con le unghie e con i denti.
Ed è proprio per questo che il sindaco ha deciso di rispondere con garbo sulla questione, sempre attraverso il mezzo del comunicato, evidenziando come l’amministrazione sia sempre stata disponibile ad un confronto tra le parti coinvolte: una riunione già programmata per lunedì 9 gennaio.
L’altro tasto dolente su cui Persiani è voluto tornare è la situazione dei mancati stipendi a 370 dipendenti, che per il sindaco non possono essere imputati alla questione del vecchio debito di Casa Ascoli, dato che ad oggi il personale non supera i quaranta lavoratori.
“Alla luce del comunicato stampa apparso sulla cronaca locale a firma del segretario generale della funzione pubblica della Cgil Alessio Menconi, in ordine ad una presunta latitanza del comune su Casa Ascoli, è doveroso fare alcune importanti precisazioni. L'amministrazione ha dato ampia disponibilità all'incontro, e questo era già stato anticipato al segretario Menconi. Oltretutto, per il 9 gennaio prossimo venturo è da tempo fissata (e ben prima della richiesta della Cgil) una riunione tra comune, Casa Ascoli e Compass. Fatti i passaggi propedeutici, un incontro, doveroso, con le parti sociali verrà subito dopo convocato, contando infatti a quel punto di avere ulteriori elementi di confronto. In ogni caso, chiariamo sin d’ora che appare fuorviante e ingiusto additare il mancato stipendio di 370 dipendenti alla questione del vecchio debito di Casa Ascoli, dato che nella rsa operano non oltre 40 lavoratori della Compass, e se quello che è stato scritto fosse vero, allora i lavoratori non dovrebbero aver ricevuto la loro retribuzione sin dal momento della creazione del debito, che risale a parecchi anni fa, ben prima di questa amministrazione”.