“Quello che è successo è scandaloso”: così ha esordito il consigliere di alternativa per Carrara, Massimiliano Bernardi, nella conferenza stampa di stamani convocata insieme a Nicola Pieruccini, coordinatore comunale della Lega, sul caso della transazione milionaria con la Paradiso s.p.a., prima annunciata e poi annullata dal vicesindaco Matteo Martinelli.
“Il vicesindaco avrebbe voluto transare con un’operazione a favore di un imprenditore del marmo - ha continuato Bernardi - facendola passare come una sorta di trovata geniale e vantaggiosa per la città alla quale, secondo Martinelli, sarebbe stato risparmiato un gravissimo indebitamento, le cui colpe sarebbero state dell’amministrazione precedente.”
Bernardi ha ricordato come di fronte all’interpellanza da lui presentata in consiglio comunale per contestare la regolarità della transazione con la Paradiso, il vicesindaco Martinelli non avesse esitato a deriderlo pubblicamente sventolando documenti di una presunta sentenza . “Per fortuna noi dell’opposizione ci siamo accaniti per stoppare questa situazione – ha spiegato Bernardi – Specialmente io ho ripetutamente aggiornato la stampa sui dettagli della vicenda ed ho annunciato la mia intenzione di rivolgermi alla Corte dei Conti, cosa che ha spinto l’amministrazione a fermarsi anche perché abbiamo dimostrato che in effetti una sentenza non c’era ma esisteva soltanto una relazione di un Ctu. Ieri poi il riscontro definitivo: è uscita finalmente la sentenza che ha quantificato in poco più di cinque milioni di euro l’onere da pagare per il comune, mentre con la transazione che Martinelli aveva annunciato di voler fare, il comune avrebbe dovuto corrispondere circa tredici milioni di euro al signor Franzoni titolare della Paradiso. Cioè, in pratica, se la transazione fosse andata in porto si sarebbero regalati a questo imprenditore del marmo circa sette milioni di euro.”
Una vicenda che ha che dei risvolti gravissimi, secondo Bernardi che ha anche mostrato i documenti con le dichiarazioni di Martinelli, verbali del consiglio comunale del 25 febbraio 2020 e articoli apparsi sulle cronache locali, ed anche articoli relativi alle prese di posizione del Movimento 5 stelle, che, all’epoca si era schierato a spada tratta a favore del vicesindaco e della sua decisione di transare per fare un favore alla città: “Abbiamo raccolto una documentazione corposa – ha aggiunto Bernardi – che presenteremo alla Procura della Repubblica sperando che venga aperto un fascicolo perché siamo convinti che qua ci sia qualcosa che non quadra. Il vicesindaco, infatti, ha mostrato di avere una fretta eccezionale per arrivare alla transazione senza avere una sentenza e per fortuna siamo riusciti a bloccarlo altrimenti ci sarebbe costato sette milioni di euro. La nostra richiesta sono dunque le dimissioni del vicesindaco per manifesta incapacità e incompetenza.”.
Nelle richieste di Bernardi e Pieruccini c’è anche quella di individuare chi ha condotto, di fatto la trattativa tra comune e Paradiso: “ Ricordo che tutta l’opposizione – ha proseguito Bernardi – è venuta a sapere della transazione solo in consiglio comunale e dagli articoli apparsi sulla stampa. L’amministrazione, in effetti, può agire in assoluta autonomia in questo genere di decisioni ma deve esserci un vantaggio. Il vicesindaco e tutta l’amministrazione erano convinti di avere una soluzione molto vantaggiosa e invece hanno fatto una figura pessima. Secondo voci di corridoio, sembrerebbe che dopo l’annuncio della mia intenzione di convocare la Corte dei Conti, due assessori 5 stelle avrebbero fermato l’operazione e cercato di vederci più chiaro. Ripetiamo: c’è qualcosa che non quadra, per questo speriamo che la Procura dedica di indagare.”.
“C’è anche un’analisi politica fondamentale da fare – ha spiegato Pieruccini – legata ai molti dubbi che la questione ha sollevato: perché a febbraio l’amministrazione si è presa tutti i meriti di questa transazione e oggi cercano di prendersi tutti i meriti per averla stoppata? Dal punto di vista commerciale, inoltre, le transazioni si fanno sempre puntando al risparmio del 50 per cento non del 15 per cento. Se Martinelli fosse venuto in consiglio comunale dicendo che a fronte di una sentenza di condanna a pagare 13 milioni, si era accordato per transare a sette milioni, probabilmente la cosa sarebbe anche passata perché sarebbe stata un’operazione che abbassava notevolmente il rischio. Quindi è inevitabile domandarsi: perché c’era tutta quell’urgenza di concludere una transazione per nulla conveniente? Anche il gioco delle colpe è abbastanza inquietante: prima Martinelli si è preso tutto il merito di aver portato avanti la trattativa ma quando è stata scoperta l’irregolarità di fondo ha addossato tutta la responsabilità al perito dottor Ponzanelli. A questo punto uno dei due dovrà denunciare l’altro altrimenti resterebbero sospesi molti dubbi. E ancora il dubbio più grande : se il comune avesse firmato la transazione per la quale Martinelli stava pressando con forza e anche con non poco nervosismo – lo ricordiamo particolarmente agitato la sera del primo consiglio comunale sulla questione Paradiso – la sentenza di ieri ci sarebbe stata ugualmente? “ Pieruccini ha ricordato tutti gli step fondamentali della storia: “ Il comune di Carrara era stato condannato a pagare ma il giudice non aveva quantificato il costo che era stato quantificato solo dal Ctu di parte. La cosa più logica, in casi come questo, è quella di aspettare la sentenza definitiva del giudice, che peraltro può essere rivista col ricorso in appello e con quello in cassazione, allungando i tempi di attuazione della condanna di almeno una decina d’anni. Perché c’era tutta quell’urgenza di transare? Forse lo scopo era evitare di arrivare a una sentenza? “.