La biennale di scultura, fiore all’occhiello per anni della storia artistica della città del marmo, ormai scomparsa dalle programmazioni del settore cultura del comune, potrebbe tornare a vivere e a far brillare la città. Lo hanno detto due ex assessori alla cultura che sono stati curatori e organizzatori di alcune tra le più memorabili biennali della storia recente di Carrara, Giovanna Bernardini e Andrea Zanetti nel primo dei tre incontri che Nicola Ricci, esperto d’arte contemporanea e responsabile dello spazio Votre di Piazza Alberica, ha predisposto all’interno della mostra fotografica dedicata alla biennale 2010 intitolata Post Monument. Il tema dei tre incontri è appunto quello di valutare le possibilità di riportare in vita e in auge quello che era il più importante evento artistico legato al mondo del marmo. A moderare gli incontri, Federico Giannini, critico d’arte e firma eccellente di Finestre sull’arte, rivista online di arte antica e contemporanea tra le più seguite in Italia. Zanetti e la Bernardini, che fu la promotrice della biennale Post Monument, hanno ripercorso fasti e difficoltà incontrate nelle loro esperienze di assessori alla cultura in relazione all’organizzazione di un evento della portata della biennale ed hanno anche indicato un possibile percorso per farlo ripartire. “ Le difficoltà economiche sono notevoli perché una biennale ha costi molto importanti – ha detto Giovanna Bernardini – che permangono anche nelle soluzioni più contenute che ho provato ad adottare come con la mostra “ Di là da” che era, in realtà, una piccola biennale nella quale avevo cercato di realizzare un sodalizio tra materiali come il cristallo di Colle Val d’Elsa o il cotto dell’Impruneta e il marmo nell’ottica di una ulteriore valorizzazione del marmo stesso. Ma anche in questo caso, nonostante il buon riscontro di pubblico, è necessario un periodo più lungo di rodaggio per far decollare l’evento che non c’è stato.”.
Sulla stessa linea anche Andrea Zanetti che ha spiegato: “ Alla fine tutto è rimasto legato a come la città ha percepito l’evento e qui, forse, sta il problema della biennale a Carrara. L’esempio di Pietrasanta è significativo: si è reinventata come capitale della scultura facendo in modo che tutto il tessuto commerciale della città sentisse come suo l’evento e quindi si adeguasse e ne diventasse promotore. Questo a Carrara non accade. Spesso la biennale è stata letta come un’operazione politica e vissuta, quindi di rimbalzo. E’ un po’ la stessa cosa che succede con le gallerie d’arte che funzionano nelle altre città e invece a Carrara stentano a decollare come se non si riuscisse a filtrare il bisogno d’arte. Eppure un evento di arte contemporanea è un piccolo motore di sviluppo per la città anche se bisogna comprendere la necessità di uno sviluppo a grandi livelli nel medio e lungo termine e non nell’immediato. Servono continuità e sacrifici. Le iniziative spot senza criterio non portano a nulla specialmente in un territorio come quello locale nel quale è ancora presente il ricordo dei fasti vissuti in passato.
“E’ necessario anche un efficace lavoro di educazione del pubblico inteso nella sua interezza: giovani, adulti e anziani. – ha aggiunto la Bernardini – Non a caso avevo attivato i corsi di arte contemporanea all’Università del tempo libero che avevano dato un grande riscontro di apprezzamento da parte degli utenti che si dicevano finalmente capaci di apprezzare certe opere fino ad allora rimaste incomprese.”
Zanetti e Bernardini hanno ricordato come la città sia ricca di spazi espositivi eccellenti – Accademia, Palazzo Binelli, Palazzo Cucchiari solo per citarne alcuni – caratteristica assolutamente unica rispetto alla maggior parte delle piccole città italiane che dovrebbe essere sfruttata al massimo ed hanno anche sottolineato l’importanza della collaborazione tra enti istituzionali e mondo imprenditoriale del marmo.
“ Bisogna credere - ha aggiunto Zanetti - che l’arte possa essere un elemento socio economico potente e chiarirsi le idee se ci si crede o no. La crisi sanitaria che è in corso e le difficoltà economiche che ne sono derivate potrebbero servire a comprendere la necessità di una struttura unica che raggruppi tutti i soggetti pubblici coinvolti in ambito culturale che agiscano in una sinergia gestionale in contatto anche con gli imprenditori, per sfruttare tutte le grandi potenzialità della città.”
“Chi ha inventato la biennale cinquant’anni fa, era un mio parente – ha concluso la Bernardini – e mi ha sempre detto che per organizzarla bisognava sudare sangue. E’ un impegno grande e difficile ma assolutamente importante e caratterizzante per la città.”.
Il prossimo incontro con i protagonisti delle ultime tre biennali di marmo avrà come ospiti in video conferenza i due illustri curatori delle ultime due edizioni dell’evento: Paolo Cavallucci e Francesco Poli e si terrà il 30 giugno alle 11 presso lo spazio Votre.
Vinicia Tesconi