“È il momento di spingere, di crederci. È il momento di partecipare, andare a votare ed eleggere il proprio sindaco”. Cosimo Ferri si è presentato, così, carico di energia al pubblico che domenica mattina ha riempito la sala dell’Autorità Portuale.
Con lui, presenti in sala tutti i candidati delle due liste civiche che sostengono la sua candidatura: lista Ferri e #Primacarrara. “Siamo sganciati da tutte le coalizioni con una candidatura fuori dai giochi, per Carrara. Abbiamo fatto una scelta importante per la città, ci crediamo e l’obiettivo è arrivare al ballottaggio”.
Ed a proposito di ballottaggi, Ferri preferisce sgombrare il campo da equivoci: “Non faremo mai accordi con chi ha governato la città negli ultimi cinque anni e diffido dagli altri aspiranti sindaco che non si pongono in discontinuità con i Cinque Stelle”. L’affondo è alla candidata Serena Arrighi oltreché alla pentastellata Rigoletta Vincenti che mercoledì riceverà in visita Giuseppe Conte a Carrara a sostegno della sua candidatura.
“I grillini in questi anni avevano tutte le opportunità per essere incisivi. Avevano sindaci in due importanti comuni toscani, Carrara e Livorno. Dunque potevano contare in regione. Invece, la nostra provincia è il fanalino di coda della Toscana”.
E poi l’affondo: “Mercoledì vorrei chiedere a Conte, cos’ha portato durante i suoi due governi alla città di Carrara, dove aveva anche un sindaco. Se avessi avuto io un presidente del consiglio da sindaco, Carrara volava!”.
Sta nella natura delle dinamiche politiche, in cui il peso elettorale si traduce in peso decisionale: ma non è stato così per Carrara che, aggiunge Ferri, in questi anni aveva la presidenza della conferenza zonale dei tre sindaci della Zona Apuana, eppure non si è sentito. “Per tre anni la risonanza magnetica è stata dimenticata, come la MOC. Per non parlare del Monoblocco che è salvo grazie alla petizione popolare”.
E poi fatti, idee e programmi. “Innanzitutto il PNRR. Sono l’unico candidato sindaco che nei dibattiti parla di questa storica opportunità. Ora qualcuno mi ha copiato” – ha aggiunto provocatorio.
Ferri spiega di avere idee molto chiare sui finanziamenti del PNRR: “L’ho imparato dalla mia esperienza romana: i finanziamenti si prendono se si chiedono! I progetti vanno fatti e per questo noi creeremo un dipartimento comunale dedicato alla grande sfida del PNRR”.
Poi Ferri ha toccato tutti i grandi temi della città: dalla risorsa-marmo da affrontare nell’ottica di un’economia circolare, non divisiva, riconciliandolo con la città attraverso una filiera di produzione che trattenga in loco la lavorazione e crei occupazione; alla risorsa-porto da cucire al tessuto cittadino, a partire dal waterfont fino ad una rete funzionale alle ricadute turistiche e commerciali per l’intero territorio, dal piano alla montagna.
E poi l’ambiziosa sfida della transizione ecologica con la creazione di una città Smart, Green e fruibile: dall’adeguamento del piano paesaggistico, al decoro urbano, agli investimenti nelle comunità di energie rinnovabili in collaborazione con le associazioni.
Non sono mancati i temi spinosi del Politeama, Marble Hotel, Villa Ceci: “Si deve trattare con i proprietari. La politica non può aspettare i tempi della giustizia ma nemmeno può aspettare che il proprietario venga a bussarci alla porta”.