Raggiunta, anche se a fatica, l'intesa di maggioranza sulle concessioni balneari. E' stata confermata la data del 31 dicembre 2023 entro cui mettere a gara le spiagge, ma anche la finestra temporale di un anno fino al 31 dicembre 2024 in caso di contenziosi. Confermata anche la possibilità per i Comuni di ottenere deroghe tecniche di un anno per la chiusura delle gare rispetto al termine del 2023, ma solo nei casi di comprovate difficoltà.
Su questo punto, Cosimo Ferri presente a Roma alla riunione di governo, precisa: "Il ruolo dei sindaci sarà importante nel rispetto del dettato normativo".
Per il resto, il testo finale rinvia all'emanazione dei decreti attuativi, che l'esecutivo dovrà emanare entro sei mesi, la definizione degli indennizzi da corrispondere ai concessionari che dopo la gara dovessero perdere la propria concessione. Per ora, dunque, nessun riferimento all'avviamento dell'attività, al valore dei beni, a perizie e scritture contabili.
Tutele sono comunque già state fissate per mettere al riparo piccoli e medi operatori dai grandi gruppi concessionari pubblici. Tra i criteri di valutazione dei requisiti per l'aggiudicazione delle gare che i Comuni dovranno indire, infatti, sono stati confermati l'esperienza tecnica e professionale già acquisita in relazione all'attività oggetto di concessione, mentre non saranno attribuiti punteggi per analoghe attività di gestione di beni pubblici.
"La mia vera sfida – ha detto Ferri – è sempre stata quella di cercare il giusto equilibrio tra le tutele per chi gestisce la propria impresa su un bene demaniale, imprese sportive ed imprese balneari, e le garanzie per una legittima concorrenza. Ho sempre invitato a diffidare dai "No Bolkestein e No gare" perché il recepimento della direttiva europea purtroppo è un fatto".
Dunque le gare s'hanno da fare: nel caso di ulteriore disallineamento da parte delle istituzioni italiane, infatti, sarebbe scattata la procedura d'infrazione.
L'accordo rappresenta un buon punto di mediazione dunque secondo Ferri, che aggiunge: "Ora bisogna
bisogna vigilare a tutela della storia e degli investimenti delle nostre imprese: non si deve prescindere da un equo indennizzo, qualora non venga rinnovata la concessione e l'impresa perda la gara, che sia effettivo e commisurato agli investimenti per il servizio reso negli anni".