Le segreterie provinciali dei sindacati FILT-CGIL, FIT-CISL, UILT, FAISA e UGL chiedono all’azienda CTT Nord un’integrazione economica per i lavoratori, che nei periodi di utilizzo del Fondo Bilaterale perderanno circa il 40% dello stipendio. La risposta dell’azienda è negativa.
“CTT Nord attiva e utilizza il Fondo di Integrazione Salariale – esordiscono i sindacati - un ammortizzatore sociale di sostegno al reddito, nonostante continuerà ugualmente ad incassare dalla Regione il corrispettivo dei Kilometri non effettuati dovuti al COVID-19 e al conseguente taglio del 40% del servizio. Taglio che, come conseguenza, sta portando nelle casse aziendali un risparmio del 40% sui costi del gasolio e notevolissimi risparmi sui costi di manutenzione.
“Sembra evidente – continuano - che l’Emergenza COVID-19 è una manna dal cielo a livello economico per l’azienda, in barba ai Lavoratori che perderanno circa il 40% dello stipendio nei periodi di fruizione del Fondo Bilaterale.”
“Abbiamo chiesto all’azienda almeno un’integrazione economica, come tante altre aziende hanno fatto per arginare il disagio, coprendo in tutto o in parte la perdita per i lavoratori e ci hanno risposto di no!”
“Aggiungiamo che in tutto il bacino di Massa Carrara ci sono una ventina di Turni di lavoro esternalizzati in subappalto” proseguono “noi riteniamo dovrebbe prima di tutto rescindere i contratti con queste ultime e solo eventualmente, in una fase successiva, attivare gli ammortizzatori sociali per i propri dipendenti.”
“L’apertura, da martedì 14 aprile, di molte attività commerciali ed aziende ha di fatto terminato la fase di LOCKDOWN. – aggiungono - I bus stanno tornando a riempirsi e il limite massimo di 10 persone a bordo sui bus urbani di 12 metri fa sì che la riduzione del servizio inizia a stare stretta, molto stretta.”
“Molti utenti sono infatti rimasti a piedi in questi giorni perché i bus avevano raggiunto la capienza massima. Motivo in più per cui l’ormai FASE 2 annunciata dal Governo debba avviarsi anche per il Trasporto Pubblico Locale.”
“Su questo dobbiamo iniziare a ragionare fin d’ora – concludono - per non farci trovare impreparati da qui a pochi mesi. Ma per fare tutto ciò ci vogliono investimenti da parte dello Stato, delle Regioni ma soprattutto delle Aziende.”