Folla per Serena Arrighi, candidata sindaco del centrosinistra, all’inaugurazione del comitato elettorale di via Bonascola 35. Si è trattato del secondo taglio del nastro in pochi giorni, dopo l’apertura della sede di Avenza lo scorso 25 aprile, durante la fiera di San Marco. L’apertura del comitato di Bonascola è stata anche l’occasione, per la candidata, per fare il punto sulla campagna di ascolto e per chiarire alcuni aspetti relativi alla sua candidatura.
Serena Arrighi ha ringraziato tutti i presenti, ricordando che il suo percorso politico è iniziato proprio da Ca’ Michele. “La caratteristica che più amo di Bonascola è il senso di comunità dei suoi abitanti – ha sottolineato la candidata -. È un quartiere a cui mi sento particolarmente affezionata e con cui ho già avuto modo di confrontarmi nel corso di una delle prime tappe del mio tour delle frazioni. Qui è stato costruito un bellissimo esempio di architettura, il cosiddetto “treno”, che però non è mai stato completato con la realizzazione di quella piazza, luogo di aggregazione, che il progetto prevedeva. La vera aggregazione, però l’avete creata voi - ha detto Arrighi rivolgendosi agli abitanti - con il vostro spirito che vi porta ad animare in maniera unita, ed anche veramente bella, il luogo in cui vivete. Uno spirito che si sposa perfettamente con alcuni punti cardine del mio programma, che avrà il titolo di “Carrara città del dialogo” e sarà incentrato sul dialogo e la partecipazione. Sono convinta che la realtà di Bonascola sia già pronta per fare questo tipo di attività”.
“Il mio è un grande progetto ventennale – ha aggiunto Serena Arrighi - che non concluderò, perché siamo in democrazia. Lo concluderanno invece i nostri giovani, su cui sto puntando molto, insieme ai partiti, che devono tornare ad avere grande dignità e ad essere pieni di contenuti e di persone che portino contributi importanti”.
La candidata ha concluso replicando a chi la accusa di essere nuova in politica, e quindi non competente: “Prima di tutto: essere nuova significa essere libera da vincoli, di dialogare con le persone senza privilegiare l'una o l'altra istanza, ma trattandole tutte con pari dignità. Se poi intendiamo la competenza come l'essere rimasti diversi anni all'interno della macchina amministrativa senza magari aver concluso nulla di rilevante per la società, allora io quella competenza non ce l'ho. La mia competenza deriva dal saper costruire qualcosa da zero, dal non aver paura di assumermi delle responsabilità e dal poter produrre risultati misurabili, che sono quelli sui quali mi impegnerò al massimo per il bene di Carrara”.