“L'8 marzo è la giornata internazionale dedicata al ricordo ed alla riflessione delle conquiste sociali, politiche ed economiche del genere femminile. Nonostante la festa parta da lontano molte donne sono ancora oggi vittime di abusi e violenze psicofisiche. In questa giornata commemorativa il nostro pensiero va a loro”.
Inizia così, la nota dei responsabili dei dipartimenti regionali di FDI Emanuela Busetto per le Politiche Sociali, Ilaria Michelucci per Vittime di Stato e la coordinatrice dei dipartimenti Marina Staccioli.
“I dati che apprendiamo dall'osservatorio regionale toscano non sono incoraggianti: nella regione sono attivi 24 centri antiviolenza, 95 punti di accesso su tutto il territorio e 23 case rifugio. Dal 2010 al 2019 si sono rivolte ai centri circa 26 mila donne. Più della metà delle donne hanno almeno un figlio e solo il 30% ha svolto regolare denuncia”.
“Dati che – prosegue la nota delle esponenti FDI - riteniamo in aumento a causa del periodo di confinamento che costringe dentro le stesse mura domestiche le vittime ed il loro carnefice”.
La triste conferma di un trend in crescita arriva dai report ministeriali: “Inquietanti sono i dati del ministero degli Interni: i femminicidi sono in aumento e le chiamate al numero verde 1522 sono raddoppiate rispetto l'anno precedente. L'assenza o l'inadeguatezza di sostegno economico, la paura di ritorsioni, l'angoscia per la propria incolumità e quella dei propri figli, l'incertezza del futuro, non permettono alle vittime di abbandonare la relazione”.
In questo grave contesto, FDI lancia la sua proposta alla regione Toscana: il Progetto Sicurezza Rosa. “Il progetto – spiega FDI- comprende la creazione di Hotel Arancione, che fu presentato a novembre in occasione della giornata internazionale contro la violenza delle donne ma fu anche bocciato. Questo progetto deve andare di pari passo con una ricerca sul territorio di edifici sia privati che pubblici: dimore sfitte, seconde case inutilizzate, dietro pagamento dell'Ente di un compenso al proprietario per le spese, potrebbero diventare un primo luogo di accoglienza. Ma anche case ERP sfitte o occupate abusivamente quegli edifici pubblici messi nell'attivo di bilancio che mai verranno venduti”.
“Servono fatti concreti – conclude FDI - per dare un significato alle celebrazioni annuali e, soprattutto, affinché il problema venga definitivamente abbattuto, occorre educare le future generazioni al rispetto: a casa, a scuola, nei centri sportivi, educhiamo i nostri figli alla tolleranza di genere”.
M.C.