Dubbi ha sollevato nel dottor Lanmarco Laquidara, ex presidente del consiglio comunale di Carrara, e rappresentante del circolo culturale Luigi Einaudi, il tema scelto per Con-Vivere. Ecco le sue considerazioni: "Nei giorni scorsi siamo stati informati dalla stampa locale che il tema per la prossima edizione di ConVivere sarà la pluralità.L'argomento è piuttosto curioso visto il contenuto complessivo delle precedenti diciannove edizioni. La manifestazione ha assunto progressivamente nell'asfittico quadro complessivo delle attività culturali carraresi un ruolo di primaria importanza, divenendo nel tempo il più importante se non l'unico appuntamento di un certo livello e di sicuro rilievo. ConVivere è giustamente lodato ed apprezzato da tutti in quanto porta a Carrara, città uccisa e seppellita da chi l'ha amministrata negli ultimi decenni, molti visitatori, e per qualche giorno sembra che torni un pò di speranza nel suo deserto. Ben venga dunque ConVivere almeno per altri 20 anni. I risvolti positivi ci saranno sempre e saranno anche inportanti e tangibili. Ma il contenuto complessivo degli interventi, seppure singolarmente di buon livello, ha lasciato certamente molto a desiderare, configurando la manifestazione come il festival del pensiero unico e del politicamente corretto. Mai un pò di spazio a chi non è d'accordo con la vulgata corrente. D'altronde in una città saldamente governata da chi è abituato ad impedire e sopprimere la libertà di pensiero tutto questo è comprensibile anche se merita una severa censura. Ma in un festival culturale un pò più di apertura sarebbe doverosa e il pluralismo dovrebbe essere il protagonista assoluto del confronto culturale. Solo per fare un esempio nell'edizione del 2011, quella dedicata all'Unità d'Italia, sono state completamente ignorate le resistenze al compiersi di fatti certamente auspicabili e condivisibili, ma discutibili nelle looro modalità di attuazione. Perchè ignorare per esempio il ruolo della chiesa, a favore in un primo momento e decisamente contrario poi, o le ragioni del brigantaggio? E se capisco bene perchè allora il mio libro "Risorgimento dimenticato" è stato completamente ignorato, questo non giustifica il mancato invito a studiosi e ricercatori latori dello stesso messaggio (di cui l'Italia è piena). Ecco dunque che il tema di quest'anno si presenta paradossalmente come una specie di inconsapevole contrappasso dantesco autoinflitto. Chi non ha mai rispettato il pluralismo delle idee ne diviene ufficialmente l'alfiere visto che non ci può essere pluralità senza pluralismo. Infine ai curatori vorrei porre un altro quesito. Perchè in tutti questi anni è stata di fatto ignorata la storia della medicina perfino in una edizione come quella del "cambiamento" in cui la scienza medica avrebbe dovuto fare la parte del leone? Ma attendiamo con fiducia la nuova edizione, quella della pluralità ... e speriamo di non dover ConVivere per altri 20 anni con il pensiero unico e il politicamente corretto e quindi intellettualmente inaccettabile".