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Scritto da Redazione
Politica
22 Giugno 2025

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 La variazione recente nella raccolta dei rifiuti a Carrara che ha visto il cambio nel conferimento dell'alluminio da unire, adesso alla plastica ha suscitato un'analisi da parte del consigliere della lista Ferri Filippo Mirabella: "Una scatoletta di tonno, si sa, vale pochi centesimi. Ma quando ne passano migliaia al giorno sotto il silenzioso occhio della raccolta differenziata, iniziano a valere molto di più. E se a Carrara i cittadini non sanno più se buttarla nel vetro o nella plastica, la vera domanda è: chi ci ha guadagnato – o ci sta guadagnando – da questa confusione? Dal caso scoppiato su Facebook, che ha acceso il dibattito sulla gestione della raccolta differenziata, emerge un aspetto che merita attenzione. In molti comuni italiani, infatti, le modalità di conferimento sono ben chiare e consolidate. A Massa, ad esempio, l’Asmiu gestisce da anni la raccolta differenziata seguendo il  criterio che  l’alluminio viene raccolto insieme alla plastica. Una prassi efficiente, trasparente e che garantisce anche un ritorno economico per la collettività. A Carrara invece  da una scatoletta di tonno si  arriva fino agli uffici di Nausicaa, al direttore e alle stanze della politica locale. Un affare silenzioso, durato anni, fatto di soldi pubblici persi, materiali pregiati regalati e cittadini tenuti all’oscuro. Sulla pessima  gestione della raccolta differenziata: l’alluminio veniva incredibilmente conferito alla CoReVe, il Consorzio per il Recupero del Vetro, e con l’alluminio anche un altro metallo pregiato: l’acciaio. Una scelta che denota una grave superficialità da parte sia dell’amministrazione precedente, sia da parte di quella della  Arrighi, incapaci  di distinguere tra materiali e competenze. Questo errore pare  non abbia avuto  solo implicazioni ambientali, ma anche una perdita  economica  concreta: l’alluminio, infatti, ha un valore di mercato medio di circa 700 euro a tonnellata e, avendolo regalato negli anni  al Consorzio del vetro, si è rinunciato a incassi potenzialmente significativi, con un evidente danno erariale  per le casse pubbliche. Praticamente un vizio di sistema. Tutto nasce da un dettaglio che dovrebbe far indignare: l’alluminio, uno dei materiali più richiesti e preziosi della raccolta differenziata, veniva raccolto insieme al vetro… e poi regalato.aPer anni – almeno dal 2017 – sotto l’egida dei 5 stelle e la partecipata comunale Nausicaa - la scatoletta di tonno,  veniva raccolta assieme al vetro. Durante il conferimento alla ditta che smaltiva il vetro,  veniva  scorporato l’alluminio,  senza pagare la tassa sul  quel materiale, ma anche  senza valorizzarlo economicamente, cedendolo gratuitamente a soggetti esterni, verosimilmente privati. Dal 1° gennaio 2025  la gestione dei rifiuti a Carrara è passata da Nausicaa S.p.A., partecipata storica della città, alla nuova Sol RetiAmbiente-Carrara, espressione del Partito Democratico.  RetiAmbiente sulla questione ha la colpa grave  di  non  aver  avvisato i cittadini che c ‘era stato un cambio di conferimento sperimentale e che,  le scatolette in alluminio (come quelle del tonno o dei legumi) non andavano più conferite con il vetro, ma con la plastica. Inoltre l’amministratore Unico Fabrizio Volpi, non ha atteso l’ordinanza del sindaco Arrighi (pare che non sia stata ancora firmata) prevista   dalla normativa dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente.  Viene da chiedersi se Volpi e Arrighi non comunichino tra  loro.Peraltro  è noto  a tutti che  servono le ordinanze "per regolamentare specifiche situazioni legate alla gestione dei rifiuti",   quindi cosa è successo? Un’operazione sulla quale nessuno aveva mai  vigilato,  ne’ corretto la prassi, apparentemente tollerata, tanto che si potrebbe configurare un danno erariale di almeno 100 mila euro l’anno che moltiplicato per i cinque anni dell’gmministrazione precedente più i tre anni di quella attuale  sarebbe costato alla comunità più di  800 mila euro. Con i soldi persi si sarebbero potuti assumere  operatori ecologici  per garantire turni e sostituzioni ed  ottenere un   servizio più  efficiente, mentre  il comparto risulta essere  in difficoltà cronica. Tutto questo è l’effetto di una politica assente, priva di controllo e incapace di valorizzare il patrimonio ambientale e materiale della città. Ad attaccare Volpi sull’argomento sono stati in diversi, ma perché nessuno della  giunta precedente e di quella attuale ha mai messo in discussione quel sistema opaco di gestione?  La politica del “tanto non se ne accorge nessuno”?  In conclusione quello che emerge è un quadro desolante. Un comune che compra e vende  sedi,  palazzine e terreni  non si accorge  o forse  finge di non accorgersi che per anni un materiale prezioso come l’alluminio usciva dalla filiera pubblica senza un euro di compenso. E oggi? Uno scandalo ignorato. Ma la vera domanda è: chi ha permesso tutto questo? Se non fosse stato un semplice errore? E se fosse un sistema fatto di opacità,  convenienze e silenzi colpevoli? In ogni caso il danno, oggi, lo paghiamo tutti”.

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