La tempesta mediatica scatenata sull’associazione Casa Betania ed in particolare su Sara Vatteroni e Bruno Lazzoni che ne sono i fondatori, a seguito della scoperta di un focolaio di coronavirus all’interno di una struttura per l’accoglienza gestita dall’associazione potrebbe avere, a monte, una pianificazione politica e uno scopo ben preciso. E’ quanto sostiene Massimo Marottoli, pastore valdese delle chiese evangeliche di Carrara e La Spezia, che ha collaborato in passato con Casa Betania per iniziative interreligiose e promotrice di pace e accoglienza. Ecco l’analisi di Marottoli:
“Le elezioni amministrative sono vicine e c'è chi ha già caricato le sue armi. Sembra, anzi, si possa dire che quelle armi le abbia anche già usate contro un'associazione benemerita, la quale evidentemente svolge un'opera di alto profilo civile, perché diversamente non si capirebbe come mai essa dia tanto fastidio a chi della civiltà dei diritti se ne infischia, quasi vergognandosi di vivere in una nazione nata dalla Resistenza contro il nazifascismo. Nazione, la cui Carta Costituzionale del 1948 è figlia di culture politiche e visioni civili che poco hanno a che spartire con la cultura di chi oggi attacca strumentalmente Casa Betania per i casi Covid-19, riscontrati in uno dei suoi CAS (Centro di Accoglienza Straordinaria); casi posti immediatamente sotto quarantena, ma che sono serviti, ed evidentemente su un piatto d'argento, a chi non si è fatto scrupolo alcuno di attaccare questa associazione, che risponde a una visione civile dei rapporti sociali, ovvero ad una visione che a quelle culture costituzionali si rifa. Il Covid-19 è ancora in circolazione e niente affatto inoffensivo: la mascherina va indossata; le mani, lavate; gli assembramenti, evitati e là dove vi fossero, stigmatizzati. Ogni cittadino è chiamato a esercitare la propria responsabilità, sapendo che le istituzioni preposte al controllo e al monitoraggio sono anch'esse chiamate a fare la loro parte. Nessuno è esonerato da questo esercizio, neppure i vocianti adolescenti e adultescenti che la sera si accalcano per le strade delle nostre città e nelle discoteche, senza alcun rispetto delle norme di sicurezza anti Covid-19. Neppure quei vocianti, dicevo, tra i quali, forse, non pochi figli e figlie e genitori di chi oggi si frega le mani per essere riuscito ad attaccare Casa Betania e così a incassare qualche voto in più dall’inesauribile, come l'ignoranza, serbatoio delle destre italiane. Sarebbe auspicabile che i controlli e le misure conseguenti venissero fatti e applicate sempre e mai per ragioni strumentali e politiche.
A fronte di una situazione seria per tutti registriamo dati sorprendenti dalla cronaca quotidiana: altri nostri connazionali, rientrati dalle loro vacanze all'estero, sono stati trovati positivi al Covid-19 e dunque, in questi casi, con quale "Croce Rossa" gli aggressori di Casa Betania potranno prendersela? Intanto, a Casa Betania va la mia solidarietà: a Casa Betania come istituzione, a tutti i suoi operatori va la mia solidarietà, insieme all’invito ad andare avanti e a non lasciarsi intimidire. Per quanto riguarda me, temo soltanto la meschinità o anche - il che è la stessa cosa - la tipica modalità fascista di "farsi forti con i deboli e deboli con i forti" da un lato e l'ignoranza, in particolare l'ignoranza della storia civile del nostro paese, dall'altro . Questo temo, non certo Casa Betania, né i casi Covid-19 controllati e in quarantena.”.