Il recente stralcio dell’edificabilità dei terreni di Poveromo dal Regolamento Urbanistico di Massa, voluto dalla giunta Persiani, ha lasciato già una lunga scia di polemiche e di interventi. Ultimo in ordine di tempo quella dell’ambientalista Franca Leverotti, membro del Grig, che ha ripercorso le tappe della storia della zona di Poveromo sin dagli anni ottanta per dimostrare l’ingiustizia di imporre su terreni boschivi di pertinenza delle case private, la tassa IMU tipica di quelli edificabili.
“Dal 1981 al 1994 fu concesso il permesso di costruire ville monofamiliari su una superficie di almeno tremila metri quadrati. – ha spiegato la Leverotti – Dopo il 1994 sono state sospese le licenze edilizie e non sono stati più concessi permessi. Nel 2006, la Regione ha imposto la costruzione di sole 80 case, ma le amministrazioni democratiche che si sono susseguite a Massa in quel periodo si rifiutarono di scegliere 80 lotti tra i 200 lotti liberi, per cui decisero che tutti i proprietari di terreni di tremila metri quadrati dovevano pagare l’IMU come se fossero edificabili, anche se solo 80 di loro avrebbero ottenuto il permesso di costruire. Persiani, con l’approvazione di un Regolamento Urbanistico monco, che non è una cosa usuale, ha riportato nell’indeterminatezza l’area, oggi disciplinata solo dal PIT.”. Leverotti definisce l’ultimo capitolo della storia dei terreni di Ronchi Poveromo “ un’alzata di genio” dei responsabili fiscali del comune di Massa che ha portato a tassare anche i giardini boscati: “ Sono aree inedificabili per la presenza del bosco – ha chiarito Leverotti - pertinenze che sono state mantenute integre con amore e rispetto delle piante: giardini di case STORICHE, alcune costruite anche 100 anni fa, molte tra il ’20 e il ’40, abitate nel periodo estivo da illustri personaggi, scrittori, pittori, psichiatri, fisici premi Nobel, critici d’arte e letterari, che ebbero la disavventura di innamorarsi dell’<<incomparabile solitudine e bellezza di Ronchi Poveromo>> secondo la definizione di Lavinia Mazzucchetti.”. Secondo la Leverotti questo sarebbe imputabile al fatto che queste dimore non avrebbero graffato il terreno alla casa cioè non avrebbero posto il mero segno grafico che collega la casa al terreno circostante- regola non prevista quando queste case vennero costruite. “ Questi proprietari, che mai hanno presentato un progetto per nuova edificazione, continuano ad abitare nelle case costruite da grandi architetti quali: Enrico Galassi e Tomaso Buzzi, immerse nel verde vincolato dalla Soprintendenza e tutelato dal PIT: una pineta più o meno estesa, da 200 a 600 metri quadrati a quattro o cinquemila. Case e presenze che costituiscono un valore aggiunto per il territorio.”. Leverotti ha ricordato che a Natale sono arrivate ai proprietari esose richieste per il 2013 – ormai prescritto- e per il 2014 per omessa e falsa dichiarazione, poiché questi ultimi non hanno pensato che anche il loro bosco-giardino fosse edificabile e, dunque, soggetto a IMU. Secondo la Leverotti, per sciogliere eventuali dubbi dell’amministrazione sulla graffatura dei terreni sarebbe stato più semplice chiedere ai proprietari una dichiarazione di pertinenza, secondo l’articolo 817 del Codice di procedura civile.
“Forse il comune non sa che le nuove case saranno, se va bene, solo 80 mentre tutto il resto è inedificabile? - ha concluso la Leverotti - E se centinaia di terreni liberi, di tremila metri quadrati, non saranno mai edificati, come è possibile che lo siano i giardini di pertinenza? In questa città non esistono tutele per il semplice cittadino, ma solo per certe categorie che hanno in affitto i beni della collettività. “.