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Scritto da Redazione
Politica
18 Ottobre 2025

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È  con un profondo senso di rispetto e umanità  che mi unisco all'Anmil per celebrare questa 75ª Giornata Nazionale per le Vittime di Incidenti sul Lavoro. Ringrazio sentitamente il Presidente Paolo Bruschi e l'intero consiglio territoriale di Massa Carrara per avermi concesso l'onore di essere l'Oratore Ufficiale in questa giornata piena di significato e di ricordi seppur dolori ma che devono essere un momento di vicinanza per le famiglie e di proposta per chiedere e garantire più sicurezza sul lavoro. Ricordiamo chi ha pagato con la vita nell'adempiere ad un proprio  diritto quale quello del lavoro ; e dobbiamo lavorare  perché il lavoro torni ad essere esclusivamente fonte di dignità e progresso, mai di morte e dolore. Il nostro primo pensiero, oggi, va a chi non c'è più. Alle vittime di questa provincia, che il Presidente ha dolorosamente ricordato: Giorgio Bedini, Paolo Lambruschi, Valentino Delfino, Maximiliano Lombardi e Paolo Mariottoni. Cinque vite spezzate dall'inizio dell'anno. A loro si unisce il ricordo indelebile di Massimiliano Zani, tragicamente scomparso il 6 giugno 2022, e di tutte le altre vittime il cui nome non risuona oggi in questa sala, ma il cui sacrificio pesa sulle coscienze di tutti noi. Dietro ogni nome non c'è solo un lavoratore, ma un padre, una mamma, un figlio, un amico o amica. C'è una famiglia la cui esistenza è stata irrimediabilmente sconvolta.

L'anatomia di una strage: analisi dei dati e della realtà sommersa

Le cifre, nella loro fredda oggettività, descrivono una realtà drammatica. Secondo i dati INAIL La nostra provincia di Massa Carrara presenta un quadro allarmante. Sebbene le denunce di infortunio mostrino una lieve flessione, il dato sulla mortalità è devastante. Le denunce ufficiali parlano di 5 decessi a cui si aggiungono i dati forniti dall 'Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering, che definisce la nostra provincia come "zona rossa". Il nostro indice di incidenza di mortalità, pari a 37,1 decessi ogni milione di occupati, ci colloca al primo posto tra le province toscane e al tredicesimo a livello nazionale.Eppure, questa contabilità del dolore è incompleta. Come sottolineato da ANMIL, mancano all'appello gli "invisibili":[...] i non assicurati INAIL, vale a dire gli invisibili del lavoro sommerso che occulta le cause lavorative di infortuni e morti, i lavoratori autonomi che costituiscono sempre più una parte significativa degli occupati del Paese, le Forze dell'Ordine e i nostri Vigili del Fuoco e i volontari. A questi si aggiungono le vittime silenziose delle malattie professionali, i "tumori perduti", i morti per amianto e per l'esposizione a sostanze tossiche, le cui conseguenze si manifestano a distanza di anni, rendendo più difficile il riconoscimento del nesso causale con l'attività lavorativa. La strage reale è molto più vasta di quella registrata. In questo scenario, il ruolo dell'INAIL si rivela essenziale. L'intervento assistenziale dell'Istituto non è un mero atto burocratico o un semplice risarcimento economico. È la manifestazione più concreta dello Stato sociale, l'adempimento di un patto di civiltà che garantisce protezione e supporto a chi è stato colpito. È il segnale che la comunità nazionale non si volta dall'altra parte.

La giustizia necessaria: applicare le leggi e specializzare l'azione penale

Da magistrato, non posso che concordare con la ferma posizione espressa dal Presidente Bruschi: "non servono nuove leggi ma serve far rispettare la normativa esistente". L'Italia possiede uno dei corpus normativi più avanzati al mondo in materia di sicurezza sul lavoro, a partire dal principio cardine dell'articolo 2087 del Codice Civile fino alla complessa architettura del Decreto Legislativo 81/2008. Il fallimento non è normativo, ma applicativo. La risposta a questa emergenza deve articolarsi su due fronti: prevenzione e repressione. Per la prevenzione, è indispensabile un "immediato rafforzamento e sinergia tra gli organismi di controllo in campo, Ispettori del Lavoro e ASL". I controlli devono essere più numerosi, più incisivi e meno prevedibili. Momento di confronto e proposte per prevenire infortuni.  Per la repressione, è tempo di un cambiamento strutturale. Le indagini per omicidio colposo o lesioni gravi e gravissime in ambito lavorativo sono estremamente complesse. Richiedono competenze tecniche, conoscenza di normative specifiche e capacità di ricostruire catene di responsabilità spesso frammentate tra diversefigure aziendali. L'organizzazione giudiziaria, frammentata su base territoriale, deve essere messa in grado di garantire la specializzazione e l'uniformità necessarie. Bisogna riflettere su nuove proposte.

La rivoluzione culturale: la sicurezza come valore fondante

Infine, nessuna legge e nessuna procura potranno mai essere sufficienti senza quella che è stata definita la "rivoluzione culturale". La sicurezza non può essere percepita come un costo, un adempimento burocratico o un ostacolo alla produttività. Deve diventare un valore intrinseco, un prerequisito etico e sociale di ogni attività economica.Questa cultura deve essere seminata fin dai banchi di scuola. L'approvazione della legge 17 febbraio 2025 n. 21, che introduce l'insegnamento della sicurezza nei luoghi di lavoro, è una conquista di civiltà che ANMIL ha giustamente sostenuto con forza. Formare i nostri studenti, i futuri lavoratori e datori di lavoro, significa investire nel capitale umano e sociale del nostro Paese. L'impiego dei soci ANMIL in questo percorso educativo è uno strumento di straordinaria efficacia, perché la testimonianza di chi ha vissuto il dramma sulla propria pelle ha una forza che nessuna lezione teorica potrà mai eguagliare.

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