Sono Francesco Rossi e Riccardo Cecchini dei circoli di Legambiente Circolo Massa Montignoso e Circolo della Versilia a firmare le dichiarazioni relative alla situazione attuale di Cava Fornace: "Con tutte le proroghe concesse dalla Regione Toscana, è arrivato il nuovo progetto di Programma Ambiente Apuane per l'ampliamento fino a quota 98 metri della discarica Cava Fornace. Dopo l'incidente del 6 maggio 2024, Programma Ambiente Apuane ormai partecipata da Alia con i principali enti dell'area Firenze, Prato e Pistoia, rilancia con particolare vigore e richieste e con prospettive preoccupanti per il territorio e l'ambiente di Montignoso e Pietrasanta.Al di là degli aspetti generali già evidenziati negli anni sia da Legambiente che dalle altre associazioni ambientaliste, oltre che dai comuni di Montignoso e Pietrasanta e dal Consiglio Regionale Toscano, che molte volte si sono pronunciate per la chiusura dell'attività di discarica in primis per l'inidoneità del sito, oggi si aggiungono tanti dubbi su questo nuovo progetto. Ad oggi la discarica ha raggiunto l'importante quota di 43 metri sul livello del mare in altezza di riempimento e Programma Ambiente Apuane chiede di poter ampliare, con nuovi codici, il conferimento di nuove tipologie di rifiuto, per arrivare alla quota di 98 metri.Ricordiamo che al momento i codice CER autorizzati sono 11 e che i nuovi codici richiesti sono ben 19, tra questi ne evidenziamo alcuni:
Codice 19.01.12 cioè ceneri pesanti/scorie non pericolose quindi anche ceneri provenienti dagli inceneritori, che seppure classificati come non pericolosi destano molta preoccupazione. Nell'anno 2017 le scorie dell'impianto di termovalorizzazione di Livorno a seguito di analisi (peraltro commissionate dal gestore) risultarono non idonee, a causa dell'alta presenza di piombo e quindi non accettabili neppure nelle discariche di rifiuti pericolosi. E quindi, chi ci garantisce oggi che in un sito come Cava Fornace, un'eventuale quantità di rifiuti non idonei, seppur classificati con codice CER non pericoloso, venga immessa in discarica? L'incidente del 6 maggio 2024, a seguito del quale migliaia di metri cubi di percolato sono finiti nel Lago di Porta, e quindi in falda e in mare, ha dimostrato che il gestore non è stato in grado di attuare nessun intervento di emergenza e neppure di gestione dell'evento. Il tutto nonostante la dichiarata e sbandierata sicurezza della discarica.
Codice CER 19.08.14, fanghi prodotti da altri trattamenti delle acque reflue industriali. Arriveranno i fanghi di depurazione del comprensorio del cuoio di Firenze?
Codice 19.03.05, prodotti dalla depurazione biologica o chimico-fisica, materiali provenienti da rifiuti edili e demolizione trattati, elastomeri, plastomeri da lavorazioni di trattamento, ceneri, scarti da processi di separazione, oli e concentrati, a seconda della fase di trattamento.
Codice CER 19.04.01,ceneri pesanti e scorie, prodotte dai processi di trattamento dei rifiuti, specificatamente da incenerimento o pirolisi, e include materiali come materiali ferrosi estratti, residui minerali e altri componenti non recuperabili;
Codice CER 19.08.14 , possono includere frazioni di carta, plastica, vetro, metalli separati durante la depurazione, a patto che non contengano sostanze pericolose.
Codice CER 19.12.04, scarti di plastica e gomma non riciclabili o non trattabili, derivanti da attività di selezione o recupero.
Insomma di tutto un po'. Nel progetto si continua a pensare la Fossa Fiorentina, immissario del Lago di Porta, come destinazione finale in cui convogliare le acque meteoriche non contaminate, ossia che non vengono a contatto con i rifiuti. Seppure il progetto distingua fra acque contaminate e non contaminate, ci riesce davvero difficile capire come, in caso di forti piogge ormai sempre più frequenti, questa distinzione possa essere gestita. Come è possibile, in fase di lavorazione, quando i rifiuti vengono messi sul terreno, pensare di coprirli subito con teli di plastica per evitare che le acque di pioggia vengano in contatto con loro? Vorrebbe dire coprire ogni camion di rifiuti che arriva con la plastica, cosa impossibile da gestire! Da anni denunciamo i potenziali rischi ambientali quali la possibilità di inquinamento della falda, la fine durata della garanzia della guaina isolante posta sotto la discarica - il gestore stesso nel progetto originale garantiva 30 anni - la presenza della faglia sotto la discarica, l'abbandono del sito una volta raggiunta la capienza massima. Insomma, davvero troppi problemi e rischi per i nostri territori. E' necessario che la politica locale e regionale valutino definitivamente la cessazione di questo impianto. La società Programma Ambiente Apuane valuta come periodo di cessazione dell'attività in sette anni, ovviamente con le eventuali modifiche derivanti dall'andamento dei conferimenti. E siamo certi che sarebbero molti di più. Purtroppo ancora oggi nessun partito locale né regionale ha preso in considerazione la nostra proposta di realizzare, da subito, un parco fotovoltaico quale impegno concreto a chiudere una discarica - non più compatibile e non al servizio del nostro territorio - e trasformare in opportunità per i cittadini un luogo anche simbolo di tante contraddizioni ambientali, con un atto concreto e serio per la transizione energetica e per combattere i cambiamenti climatici. Crediamo che la politica debba esprimersi in modo deciso senza trincerarsi dietro pareri tecnici. Già la prima inchiesta pubblica, 15 anni fa, aveva ritenuto l'impianto incompatibile con il territorio, essendo il sito carsico e quindi con possibili probabilità di contaminazione delle acque, del Lago di Porta, delle falde acquifere da cui dipende la vita del territorio e la possibilità di vivere nella nostra zona. Oggi è necessaria una svolta per rimettere il territorio e l'ambiente al centro delle attenzioni"
Su Cava fornace è necessaria una svolta per rimettere il territorio al centro dell'attenzione: così i circoli di Legambiente apuoversiliesi
Scritto da Redazione
Montignoso
27 Dicembre 2025
Visite: 124









