Nei giorni scorsi, una visita al Museo Guadagnucci è stata l’occasione per verificare lo stato di avanzamento dei lavori di sistemazione del Parco di Villa della Rinchiostra. Che lavori andassero fatti era cosa evidente da tempo, dopo che lo storico parco era stato trasformato, negli anni del boom economico, in craal aziendale di una grande industria. La proprietà del complesso, passata poi all’amministrazione comunale, avrebbe dovuto – nel pensiero di molti – segnare il ritorno alla grandezza della villa col suo parco attraverso una visione “sociale” che non fosse disgiunta da un recupero filologico dello storico complesso. Dopo i danni prodotti dalla guerra e i ripetuti (quanto poco razionali e avveduti) interventi di restauro, non hanno risolto in via definitiva i problemi di fruibilità della villa e tantomeno, quelli del Parco che di essa costituisce parte integrante. E proprio del Parco vogliamo parlare, per dire che ci saremmo attesi qualcosa di diverso da ciò che abbiamo invece visto. Non tanto per la scelta, a nostro avviso condivisibile, di mantenere l’impianto ottocentesco del giardino, quanto per la modalità con la quale sono stati realizzati i vialetti all’interno del Parco. C’era proprio bisogno di intervenire con un materiale sostanzialmente estraneo al contesto storico e paesaggistico del luogo, che presenta immediatamente il carattere di estraneità rispetto al contesto ed una sospetta affinità visiva con la “marmettola”, di pessima fama, che inquina i nostri fiumi e le nostre acque? Inoltre, questo materiale, che si presenta instabile, non compatto e posato senza cordoli di contenimento (riteniamo intenzionalmente), oltre che apparire una soluzione “improvvisata” ha la singolare caratteristica di aderire “efficacemente” alle suole delle scarpe, di modo ché, la visita al museo, è stata accompagnata da centinaia di impronte bianche lasciate sul pavimento. Sulla scelta di questo materiale e sulla modalità della posa, abbiamo non poche riserve. Ci piacerebbe conoscere il parere della Soprintendenza e se qualche suo tecnico sia venuto a verifire l’esito dei lavori. Purtroppo - come sempre - oltre che essere fatti, i “lavori”, è importante che vengano fatti bene! La scarsa attenzione al risultato sembra essere un dato ricorrente di quanto viene fatto in città, cioè, “fare per fare”… senza guardare troppo se i lavori eseguiti siano da considerare soddisfacenti. Noi pensiamo che non lo siano. Pensiamo, al contrario, che “fare male”, oltre che produrre brutture, sia anche un danno per la comunità.
Lavori al parco della Rinchiostra a Massa: le critiche dell'associazione Apuamater
Scritto da Redazione
Politica
05 Agosto 2024
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