La consigliera Daniela Bennati e l’intero Polo Progressista e di Sinistra ( M5S e UP) devono rilevare il fallimento delle politiche securitarie del centrodestra unito nazionale e locale. Non c’è quartiere che non lamenti problemi di sicurezza che mettono in luce non solo un problema di microcriminalità, ma la potenziale presenza e radicamento delle mafie nel nostro territorio. L’attività di indagine e prevenzione sia della magistratura che delle forze dell’ordine è stata depotenziata dalle scelte del governo Meloni. Basti pensare alle riforme "al ribasso" degli strumenti di giustizia contro l’introduzione propagandistica di continue fattispecie di reato che non fanno altro che burocratizzarne e appesantirne il lavoro quotidiano, contribuendo solo all’inefficenza della giustizia, proprio in senso contrario a quella necessità di giustizia sociale che chiedono i citttadini.
Ci chiediamo se tutto questo in un territorio come il nostro, non possa diventare gioco facile per le mafie per prendere il controllo del territorio attraverso operazioni di riciclaggio nell’economia legale. Vi è un forte bisogno di scandagliare i continui investimenti nel settore del turismo, della ristorazione, della distribuzione di carburanti, dell’industria marmifera e della sua logistica, per tutelare chi vi lavora onestamente. Le forze del “centrodestra unito” nella nostra provincia si agitano per denunciare la sola microcriminalità, dimenticandosi di quella macro che la governa, dedita, per quello che ci insegnano le cronache, a riciclare denaro sporco.