Un servizio essenziale negato, una figura professionale obbligatoria che non è stata rimpiazzata e a oggi risulta vacante. Il caso del licenziamento in tronco dell’animatrice del centro Alzheimer Regina Elena è arrivato fino ai banchi del consiglio comunale di Carrara, sviluppando una diatriba sull’effettivo valore dell’attuale gestione dell’istituto e sulla possibilità della politica locale di agire per porre rimedio a certe falle e lacune.
All’interno della discussione, l’esponente di “Gruppo Civico” Massimiliano Bernardi si appella direttamente alla giunta Arrighi, e in particolar modo al vicesindaco Roberta Crudeli, di farsi carico della situazione dell’animatrice, di attivare un sistema di sorveglianza all’interno del centro per verificare il livello qualitativo dei servizi offerti e di controllare a fondo la situazione gestionale, debitoria e creditizia, sia della casa di riposo che dei suoi inquilini.
“La preoccupazione del sottoscritto è che, a fronte delle gravi problematiche di gestione – spiega Bernardi nel suo ultimo comunicato – si sia optato anche di fare a meno del personale previsto, il che sarebbe inammissibile. L’animatrice, infatti, afferma che il direttore, a parole, era disposto a considerare congiuntamente una soluzione per garantirle continuità e retribuzione, poi però avrebbe atteso lo scadere del contratto per licenziarla senza dare spiegazioni […] Se non riprende la centralità della gestione del Regina Elena, infatti, c’è il rischio che la gestione sprofondi in un circolo vizioso: aumento rette per mantenere il numero adeguato di personale in servizio come da contratto, per poi vedere licenziare un’animatrice del centro Alzheimer e di conseguenza non ottemperare al regolamento e peggiorare i servizi”.