Su invito del coordinatore comunale di Fratelli d’Italia Lorenzo Baruzzo, è arrivato stamani ad Avenza il consigliere regionale Paolo Marcheschi per fare un sopralluogo sul ponte di Avenza, al centro di molte polemiche per l’annuncio dell’imminente partenza dei lavori di ristrutturazione voluti da Regione e comune. Insieme a Marcheschi e Baruzzo c’erano anche i rappresentanti delle associazioni dei commercianti di Avenza e degli ambulanti e diversi titolari di negozi della zona.
“Abbiamo fatto intervenire il consigliere regionale Paolo Marcheschi – ha detto Baruzzo - che si era subito disponibile a venire qui, perchè siamo stati contattati da alcuni commercianti di Avenza preoccupati per l’abbattimento del ponte in via Giovan Pietro. Secondo i commercianti l’abbattimento e la ricostruzione del ponte, con i tempi necessari per ricostruirlo, dopo i tre mesi di lockdown causati dall’epidemia, darebbero il colpo fatale all’economia locale. Il ponte collega,, infatti due zone del centro storico di Avenza in cui ci sono moltissime attività commerciali, per cui l’apertura di un cantiere sarebbe assolutamente deleteria. A quanto sembra, il sindaco avrebbe subito in maniera silente le decisioni prese dalla Regione in merito alla ricostruzione del ponte ma noi di Fratelli d’Italia avremo da proporre alcune soluzioni alternative a quella concordata da Regione e comune come ad esempio quella di abbassare l’alveo del fiume facendo quella manutenzione che non è mai stata fatta dalla sua ristrutturazione . Il sindaco ha detto di aver ascoltato le associazioni di commercianti e ambulanti ma, forse, se li ha ascoltati, non ha capito bene le loro istanze.”
“La programmazione dei lavori per rimettere a norma il ponte è saltata con l’evento del coronavirus – ha spiegato Marcheschi – che ha spostato le priorità. E’ chiaro che la priorità del momento non è buttare giù un ponte e ritirarlo su a breve, perché andrebbe ad aggiungersi alle problematiche che già stanno affrontando i commercianti della zona che vivono un momento di grande sofferenza. Lasciarli, nel periodo estivo con la quasi certezza di avere la divisione del quartiere in due è un’altra botta notevole sulle loro possibilità di ripresa economica. Noi concordiamo sulla necessità di fare i lavori, anche perché, nella precedente ristrutturazione sono stati fatti male. Bisogna sottolineare, infatti, che non si tratta di un ponte antico costruito da secoli ma di un ponte ristrutturato solo 15 anni fa. Ci sono gravi responsabilità politiche per chi ha fatto il ponte in questo modo e c’è stata un alluvione che ha fatto danni molto gravi causata anche dalla struttura sbagliata del ponte. E’ meglio spendere cinquantamila euro in più ma assicurarsi che l’opera sia fatta in modo corretto senza doverci poi ritornare sopra.”
Secondo Marcheschi ci sarebbero le condizioni oggettive per rivedere i termini temporali e quindi il momento in cui far partire i lavori. La Regione ha previsto un anno di tempo per l’avvio del cantiere e si era detta disponibile a iniziare i lavori a ottobre. Ma questa soluzione pregiudicherebbe il commercio nel periodo natalizio causando uguale danno ai commercianti locali. “Aggiungo un’ipotesi a quella proposta da Baruzzo relativa all’abbassamento dell’alveo del fiume, derivata dal confronto con gli addetti ai lavori – ha continuato Marcheschi - e sottoporrò entrambe all’attenzione dell’assessore regionale Ceccarelli, perché la questione dell’abbattimento del ponte deve prescindere da qualsiasi appartenenza politica . Secondo le previsioni per realizzare il rifacimento del ponte ci vorranno sei mesi. Oltre alla possibilità di abbassare l’alveo, ipotesi che la Regione aveva scartato ma che, data la situazione che richiede tempi più brevi e interventi meno invasivi, potrebbe essere ripresa in considerazione e realizzata come è stato fatto a Carrara in zona Conad, si potrebbe valutare la possibilità di ridurre i tempi di ristrutturazione. Ne ho parlato con dei tecnici e credo che si possa verificare se, con un costo aggiuntivo da parte della regione, sia possibile ottimizzare i tempi. Ormai siamo abituati a lavorare in emergenza: basti pensare al ponte di Genova. Si possono dimezzare costi, procedure e tempi. I 700 mila euro necessari per i lavori ci sono, se la Regione ne aggiungesse altri 200 mila e i lavori venissero completati in due o tre mesi invece di sei, si potrebbe risolvere la situazione facendo partire i lavori a settembre con l’impegno di terminarli entro l’inizio di dicembre.” Marcheschi ha ribadito l’impossibilità da parte della politica di pensare che tutto possa ripartire da dove era stato interrotto prima della pandemia.
“Il virus ha portato un ripensamento di tante cose – ha concluso Marcheschi - e la politica deve trovare rapidamente la migliore iniziativa per non fare ulteriori danni. Riparare al problema derivato da una eventuale prossima alluvione alla fine non deve creare ulteriori danni a un tessuto commerciale che in questi mesi è stato azzerato. Cerchiamo di salvare il salvabile sia il commercio, sia il pericolo dell’alluvione. Vorremmo rimettere in discussione il problema anche se la decisione è stata presa. Le prospettive sono cambiate per colpa del virus: i lavori programmati sono stati spostati nel tempo e la politica deve decidere se questo è il momento opportuno per farli”.