"Fino a cinque anni fa sarebbe stato impensabile parlare di filiera etica del marmo. Le politiche messe in atto dal Movimento 5 Stelle invece vanno esattamente in questa direzione". Si è espressa così Rigoletta Vincenti, candidata a sindaco della coalizione progressista, nel suo intervento al forum sul settore lapideo organizzato dal gruppo pentastellato per fare il punto sulle azioni messe in campo nel corso del mandato. "Approvando il nuovo regolamento degli agri marmiferi – ha detto Vincenti – l'amministrazione Cinque Stelle non si è limitata a recepire la legge regionale 35/2015 che prevede l'obbligo di lavorazione in loco del 50% del materiale, ma ha introdotto dei criteri di premialità per le imprese che s'impegnano a ridurre l'impatto ambientale, a garantire la stabilità occupazionale e la sicurezza dei cavatori, a realizzare progetti per la città. È una grande opportunità anche per quegli imprenditori che guardano al progresso e hanno voglia di acquistare un ruolo sociale nell'ambito della comunità. Non bisogna essere visionari, basta non essere miopi".
All'incontro ha partecipato anche il vicesindaco con delega al marmo e al bilancio, Matteo Martinelli: "Le nuove norme sulla decadenza delle concessioni, una più efficace gestione del sistema d'incasso e l'aumento del 25% delle tariffe sui materiali pregiati – ha spiegato – hanno fatto registrare al Comune nel 2021 un gettito che sfiora i 30 milioni di euro. Entrate record, a fronte di volumi di escavazione sensibilmente inferiori. Purtroppo i benefici di questi introiti non sono immediatamente percepibili perché restano da saldare i debiti ereditati, come il mutuo per la strada dei marmi e gli oneri derivanti dai contenziosi dell'ente. Questi fondi però – ha aggiunto – potranno tradursi in investimenti pubblici già da quest'anno".
Il presidente della commissione marmo, Stefano Dell'Amico, ha parlato dei Pabe, piani attuativi dei bacini estrattivi: "Sono uno strumento urbanistico fondamentale, innovativo, lungimirante e digitale – ha detto Dell'Amico –. Si tratta, in sostanza, di un piano regolatore delle attività estrattive, che si pone l'obiettivo di coniugare in maniera equilibrata ambiente, sicurezza e ricaduta socio-economica sul territorio. La logica è quella di puntare a uno sviluppo sostenibile per consentire da un lato l'attività produttiva incentivando la filiera corta e, dall'altro, preservare il paesaggio naturale antropico, unico e non riproducibile, delle cave. Sarebbe auspicabile un maggior coinvolgimento della filiera artigianale e artistica, agevolando gli scultori nel reperimento del materiale. Questo ne aumenterebbe il pregio, permettendo magari al comparto industriale – ha concluso – di sganciarsi dalla concorrenza di quei mercati che fanno del basso costo della manodopera un punto di forza".