"Egregio Signor Sindaco Francesco Persiani - Inizia così la nota di Stefano Benedetti, presidente dell'associazione Massa Città Nova - La situazione fallimentare di Casa Ascoli, è diventata ormai pesante in particolare, se prendiamo in esame il Piano di risanamento Aziendale e di Cassa, costato ben trentacinquemila euro. Ciò nonostante ad oggi, non si è di fatto riscontrato alcun risultato positivo e circostanza oltremodo trascurabile, è che il debito è lievitato in maniera smisurata e si sostanzia in ben 6milioni di euro e di quì si rischia di andare a gambe all'aria".
È doveroso ricordare - ha continuato Benedetti - che Casa Ascoli è una azienda pubblica di servizi alla persona che attualmente, gestisce il servizio RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale) e ciò rende di fatto, un'idea chiara delle gravi e pesanti ripercussioni e conseguenze derivanti da eventuale fallimento o comunque di chiusura della struttura. Sul punto, ritengo che il Sindaco Persiani risulti essere il massimo responsabile giacchè il Comune di Massa, controlla la struttura in questione, tramite il Consiglio di Amministrazione da lui stesso nominato ed invero, a fronte dei concreti sprechi consumati negli ultimi anni, non reagisce ovvero, non è mai riuscito a trovare soluzioni al problema e neppure ha individuato le persone giuste e competenti,con esperienza e capacità in tal senso. L'ultima trovata infelice del medesimo sindaco, è stata la nomina del Sig.Giancarlo Casotti di professione giornalaio, a Presidente dell'Ascoli, con tutte le conseguenze del caso e per ora con i peggiori risultati possibili.
Infatti si ribadisce, il debito è diventato abnorme e la struttura viene gestita come nulla fosse accaduto. Oggi, a qualcuno è venuto in mente di mettere in mobilità (anticamera del licenziamento ), ben sei dipendenti diretti su otto!!! La Signora Asciutti dipendente amministrativa resterà invece al proprio posto, coadiuvata da una dipendente della Cooperativa La Salute che costa ai cittadini circa 40mila euro all'anno di stipendio. La stessa si trova palesemente in conflitto di interessi, perché elabora anche i servizi del personale. La medesima Asciutti peraltro, svolge attività di consulenza presso la RSA Regina Elena di Carrara e risulta essere debitrice di Casa Ascoli come Rup di una gara che è stata annullata, per un importo pari ad euro 16mila ed allo stato siffatto debito, sembrerebbe non esser stato estinto. In compenso però, Casa Ascoli, usufruisce dell'esperienza di tre noti avvocati pagati per svolgere diverse attività legali : avvocati Giulia Roversi Monaco per le varie udienze, avvocato di Caro per la mobilità dei dipendenti ed avvocato Rinaldi per i pagamenti e gli insoluti.
E dunque nonostante la grave situazione, gli sprechi continuano alla faccia dei dipendenti che rischiano di rimanere a casa"
Come potete osservare dalla foto allegata - ha concluso Benedetti - la supervisione del presidente Giancarlo Casotti, ad agosto all'interno della Fondazione Pelù, è stata realizzata una pavimentazione per l'istallazione di un gazebo per gli anziani. Gazebo che fino ad oggi, non è mai stato montato e l'intervento è costato ben settemilacinquecento euro, praticamente gettati al vento.
A luglio, sono stati acquistati anche due armadi di metallo, per un costo pari ad euro 3mila, che servivano per contenere il liquido di controllo della legionella e che mio malgrado, giacciono lì, ancora imballati.
Per non parlare del sistema antincendio! La ditta alla quale è stato assegnato il servizio
antincendio ha e dico stranamente, sede fuori Massa e quasi tutti i giorni, quando scatta la sirena d'allarme, la stessa non interviene perché troppo distante dal nostro territorio.
Per quanto sopra, voglio ricordare la scadente manutenzione della struttura per le continue perdite d'acqua, bagni e camere senza luce, porte completamente scardinate anche quelle antincendio ( Sic! ). Ciò nonostante ad agosto il Direttore Dott. Sconosciuto di diritto e di fatto, ha richiesto un premio di produttività di ventimila euro ed in questo caso, devo ammettere che la Dirigenza è stata equa, riconoscendogli solo 18 mila euro. Come si suol dire, alla faccia dei sei dipendenti che saranno lasciati a casa, nonostante nel contempo, siano stati accesi mutui e prestiti garantiti dal proprio stipendio"