Uno striscione di cento metri quadrati disteso sulle pendici occidentali del monte Sagro, come forme di protesta ambientalista organizzata dall’associazione Athamanta per ricordare che le Alpi Apuane sono montagne e non solo cave di marmo. L’azione di protesta, che anticipa la manifestazione prevista per il 24 ottobre, si è svolta ieri con lo slogan di “fermiamo la devastazione” ed ha visto gli attivisti partire da Torano e incontrarsi a foce di Pianza per poi salire sulla vetta percorrendo il sentiero 39. “Abbiamo dovuto superare le diverse difficoltà che il tratto di sentiero riporta – hanno detto i membri di Athamanta- essendo ufficialmente chiuso a causa delle presenza delle cave, un’ulteriore dimostrazione di come questo sistema veda nell’ambiente che ci circonda solo cave come fonte di profitto e non montagne da vivere e salvaguardare. Per la tutela dell’ambiente in cui viviamo sentiamo la necessità e vediamo l’urgenza di fermare la devastazione da troppo tempo dominante: Alpi Apuane, non cave di marmo. Crediamo indispensabile vivere l’ambiente montano, le sue specificità, le sue vette, le sue vallate, i suoi boschi, le acque superficiali e il suo sistema carsico ipogeo senza in alcun modo degradarne il significato e comprometterne la sussistenza. Per questo è necessario privilegiare ed incentivare l’osservazione e l’immersione nella natura, il contatto con la cultura e le tradizioni locali, nell'ottica di conservare e riscoprire la reciprocità fra territorio e comunità. Le Alpi Apuane sono monti e come tali vanno camminati, abitati e vissuti, non devastati.”
Secondo Athamanta, infatti, le cave uccidono il passato e il futuro delle Alpi Apuane come è confermato dall’inquinamento delle acque, della terra e dell’atmosfera che sono elementi fondamentali per garantire la vita del pianeta, delle persone che lo abitano e delle future generazioni. “Vogliamo ripristinare il silenzio e la pace di queste montagne straordinarie – hanno continuato i membri di Athamanta - La Terra non ci appartiene, ma ne siamo i custodi e abbiamo la responsabilità di proteggerla. Dobbiamo tutelare l’assetto idrogeologico minato dall’attività estrattiva, concausa ormai riconosciuta delle alluvioni che negli ultimi anni hanno colpito il nostro territorio. Dobbiamo salvaguardare le specie endemiche – vegetali e animali – a rischio di estinzione a causa dell’attività estrattiva. Abbiamo l’onere e l’onore di salvaguardare la biodiversità che il mondo ci invidia e il sistema carsico che fa delle Apuane montagne uniche e irripetibili.”
Athamanta ha ricordato che la mobilitazione di portata nazionale, al momento è stata rimandata a data da definirsi sulla base dell’evoluzione della crisi pandemica in atto, ma ha sottolineato che sebbene la fase attuale non permetta di scendere in piazza nelle modalità che erano state prescelte, sicuramente il 24 ottobre sarà una giornata di mobilitazione per Carrara.