Il dottor Lanmarco Laquidara torna, con una nuova lettera pubblica, a prendere in esame la situazione dello spazio riservato ai disabili all'interno dello Stadio dei Marmi. "Come dice il proverbio "non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire". Ed è doveroso aggiungere che non c'è peggior amministratore di chi si trincera nella sua pervicace testardaggine, rifiutandosi di guardare in faccia la realtà e di attuare soluzioni diverse da quelle inutili ed inefficaci adottate credendo di essere infallibile. E' inutile fare riunioni per far credere di essere aperti e disponibili, se poi si pretende solo di comunicare e confermare decisioni già prese e non ci si sposta di una virgola dai propri scellerati propositi. E' quanto è successo nella riunione della consulta delle persone con disabilità di ieri, alla quale non ho potuto partecipare perchè fuori sede, ma della quale ho avuto puntuali informazioni. E' doveroso fare un po' di storia e precisare che il problema dell'accesso dei disabili allo stadio avrebbe potuto essere risolto con poche migliaia di euro, già al momento dei lavori di manutenzione straordinaria della tribuna un anno e mezzo fa. Bastava includere nei lavori un montascale, una piattaforma elevatrice o un ascensore, il che avrebbe comportato una spesa ridicola per il comune. Ma nonostante io avessi ricordato all'amministrazione che i lavori di manutenzione straordinaria devono sempre comprendere obbligatoriamente la realizzazione di un accesso per i disabili, non si volle far nulla. Fu realizzato, per ovviare al problema, un ridicolo piccolo gazebo con tetto in tel,a dentro al quale pioveva abbondantemente. La posizione era infame, ma speravamo che la soluzione fosse davvero provvisoria. Poi finiti i lavori della tribuna, molti disabili si "trasferirono" spontaneamente negli spazi, oggi interdetti con tracotante e ingiustificata arroganza, che si erano creati sotto la tribuna e che in fondo potevano davvero essere una accettabile soluzione benchè provvisoria. In seguito, il piccolo gazebo in tela è stato sostituito con grandi autocelebrazioni da parte dell'amministrazione, da una struttura più solida e meno brutta a vedersi dall'attuale "pollaio" in cui sono confinati i disabili. Una specie di apartheid che io chiamo settore Nelson Mandela e che rappresenta un insulto alla inclusione delle persone con disabilità. Ma fosse solo questo! La posizione continua ad essere infame e la visibilità è stata ulteriormente peggiorata dalla realizzazione di una grata che impedisce di fatto di seguire la partita. Nel contempo, però, si è palesato il problema del numero delle postazioni per disabili, perchè la serie B ha triplicato le presenze "locali", attirando inoltre anche i disabili tifosi delle squadre avversarie. Il problema era sufficientemente contenuto, grazie all'intuizione e al buon senso dei disabili, che come ho accennato, avevano imparato a usare gli spazi che si erano venuti a creare nel rettilineo di tribuna. Ma in modo assurdo e scriteriato anche questa possibilità è stata negata per motivi "di sicurezza" (ma fatemi il piacere !). A questo punto oltre a quello dell'accesso si presenta quello del numero dei posti disponibili, che sono chiaramente insufficienti. L'art. 5.2 del Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici 236/89 precisa infatti che il numero MINIMO di posti riservati ai disabili deve essere di 2 ogni 400 posti, quindi per una capienza di 3.600 posti almeno 18 più 18 per gli accompagnatori, (e dovranno essere 28 quando la nuova curva sarà funzionante). Ovvio dunque che l'amministrazione dovrà realizzare, per rispettare le leggi vigenti, diversi altri posti oltre agli 8 (a dire il vero assai stretti e disagiati) fatti fino ad oggi.
Ma la cosa più carina e originale, a proposito dell'accesso, è quanto è successo in passato quando avevamo sollecitato la realizzazione dell'ascensore e ci era stato risposto che "era proibito". Sì. Avete capito bene. Per chi, come noi, frequenta gli stadi di tutta Italia l'affermazione è più che ridicola, visto che solo per fare a alcuni esempi a Genova, Empoli, Pontedera, Pistoia per accedere al settore disabili si utilizza un ascensore. Tutti questi stadi sono fuori legge oppure a Carrara la legge è diversa? Carrara, forse, non è in Italia? E, ancora, qualcuno ha detto che se si fa un ascensore occorre anche fare una rampa di emergenza, che invece non c'è in nessuno degli stadi in cui è presente l'ascensore semplicemente perchè quest'ultimo è stato fatto per supplire all'impossibilità di fare una rampa. E allora non viene da chiedersi semplicemente se a Carrara, la mancata risoluzione dei problemi dipenda dalla incapacità o dalla cattiva volontà di chi ci governa?
"Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole. E più non dimandare" diceva Virgilio nel terzo canto della Divina Commedia. Ma si riferiva alla volontà divina, non a quella terrena di qualche mediocre governante locale".