«Dalle notizie apparse sulla stampa appare evidente come le obiezioni che erano state sollevate dall’amministrazione carrarese durante la riunione per la nomina del presidente e del vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, oggetto successivamente di un nostro esposto all’organismo di vigilanza del Ministero Economia e Finanza fossero fondate»: si apre così il commento del sindaco Francesco De Pasquale alle informazioni divulgate oggi dal quotidiano “Il Tirreno” in merito all’intervento del Mef sulla vicenda delle nomine del consiglio di amministrazione della Fondazione. Pur precisando che Palazzo Civico non è in possesso della comunicazione ufficiale, il primo cittadino afferma che «in base all’articolo pubblicato oggi, pare evidente che il processo di nomina sia stato viziato da un grosso errore». «Tutto questo non ci stupisce affatto perché, come abbiamo avuto modo di dire a suo tempo, purtroppo l’iter ha visto prevalere vecchie logiche partitocratiche, a discapito della richiesta di rinnovamento espressa chiaramente dai cittadini anche attraverso le urne. Le nomine, al contrario, sono state fatte trascurando qualsiasi criterio di competenza e hanno seguito solo ed esclusivamente la logica della spartizione delle poltrone. In questo senso ribadiamo di essere rimasti stupiti e delusi dal comportamento del presidente Enrico Isoppi e del collegio sindacale, che durante la riunione per le nomine non hanno tenuto conto delle obiezioni da noi immediatamente sollevate. La lettera Mef conferma che avevamo ragione e che le nostre indicazioni erano corrette» prosegue il sindaco.
Il primo cittadino ammonisce poi il vicepresidente Sergio Chiericoni: «Secondo quanto riporta la stampa, sarebbe intenzionato a ricorrere alle vie legali. Mi sembra la scelta peggiore perché oltre a non risolvere il problema, comporterebbe l’ennesimo spreco di risorse. L’obiettivo della Fondazione non è salvare le poltrone della vecchia politica ma erogare risorse sul territorio. Per questo speriamo che non venga sperperato denaro in consulenze legali e che non si continui a dilapidare in modo sconsiderato il patrimonio della fondazione. Ricordo solo che dal 2011 al 2017 questo è passato da 150 a 75 milioni di euro e le erogazioni dell’ente sul territorio sono scese da 2,5 milioni di euro a poco più di 400mila euro. Per risolvere il pasticcio delle nomine, è sufficiente ristabilire le “quote rosa” nel consiglio di amministrazione. Capisco che questo possa risultare indigesto perché qualcuno, magari proprio il vicepresidente, potrebbe perdere la poltrona tanto ardentemente desiderata. A questo punto però, dopo l’intervento del Mef, - conclude De Pasquale - auspico che i vertici della Fondazione prendano atto degli errori commessi e chiedano scusa alla città per quanto accaduto negli ultimi anni».
Nomine Fondazione Crc, De Pasquale: «La lettera Mef conferma che avevamo ragione»
Scritto da Redazione
Politica
08 Gennaio 2020
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