Associazione Arca ha analizzato la nuova legge sui boschi monumentali: "La riforma dell’art. 7 della Legge 10/2013, contenuta nel Disegno di legge 1054-B, introduce per la prima volta la categoria dei Boschi Monumentali d'Italia, uno strumento potente per proteggere le foreste vetuste dall'antropizzazione. Nel Parco delle Alpi Apuane, questa norma potrebbe rappresentare una svolta nella limitazione dell’impatto distruttivo su ecosistemi unici e irripetibili.
I punti della Legge:
-istituisce l’Elenco nazionale dei Boschi Monumentali, gestito dalla Direzione generale delle foreste del MASAF (Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste).
-I boschi riconosciuti come monumentali godranno di tutela immediata già dalla presentazione della candidatura.
-Attorno a ogni bosco monumentale verrà istituita una Zona di Protezione (ZPB) — con divieti assoluti di scavi, cantieri, tagli e attività estrattive — i cui esatti confini saranno definiti da linee guida ministeriali.
-Sanzioni fino a 100 mila euro per danneggiamenti o abbattimenti non autorizzati.
Nel Parco Regionale delle Alpi Apuane, numerosi boschi vetusti — come le faggete di Val Serenaia, i castagneti storici di Trassilico e le faggete delle Panie — possiedono i requisiti per essere candidati come monumentali. Finché non verranno formalmente candidati e riconosciuti, non godranno di alcuna protezione. Una volta candidati e riconosciuti, le relative ZPB renderebbero di fatto incompatibili le attività estrattive nelle immediate vicinanze, grazie al parere vincolante del Ministero necessario per qualsiasi intervento.È cruciale ricordare -ed è un appello alla comunità- che la nuova legge non agisce in automatico: serve l’iniziativa di cittadini, associazioni, enti locali e soggetti competenti per proporre formalmente i boschi da tutelare. Senza proposte concrete, questa opportunità di protezione resterà inutilizzata. Occorre segnalare e documentare: è un’occasione storica per riparare anni di conflitto in uno dei parchi più controversi d’Italia. Ma serve agire in fretta, prima che altri boschi vengano degradati e perdano i requisiti per essere tutelati. La legge, nata per tutelare, rischia infatti, paradossalmente, di "premiare" chi ha già devastato, lasciando scoperti i boschi più degradati (e, quindi, più bisognosi di protezione).
Va detto con chiarezza: la legge è uno strumento potente ma imperfetto, e la sua efficacia dipende dall'uso che se ne fa. La partita ora non è più solo locale o regionale, ma nazionale. Spostare il conflitto dalle aule della Regione Toscana agli uffici del Ministero a Roma può cambiare le dinamiche di potere.