“L’obiettivo del progetto era quello di restaurare il giardino sul modello all’italiana dell’inizio del settecento: pur essendo noi in disaccordo con questa scelta, ci domandiamo se restauro in giardino all’italiana lo sia veramente. Invece, per l’ennesima volta, si è pasticciato”. Così esordisce il Comitato nuovi paesaggi urbani in una nota stampa emessa a seguito di una visita al parco della Rinchiostra. Molte le perplessità espresse, dalle bordature delle aiuole in Bosso sostituite da Liriope Muscari e da Falangio, erbacee perenni del tutto diverse filologicamente ed esteticamente, alla demolizione di diverse alberature mature, fino alla mancata osservazione delle prescrizioni della sovrintendenza circa il riassetto vegetazionale. “Le aiuole sono senza soluzione di continuità con i vialetti, già infestate dalla vegetazione spontanea- prosegue il comunicato- La fontana dello scultore Guadagnucci è stata ripulita dalle offese vandaliche di alcuni cittadini incapaci di rispettare le opere d’arte, ma ci chiediamo perché non si è pensato di ripristinarla totalmente al suo ruolo, fornendola di adduzione e di scarico d’acqua”.
“Il modello massese sui lavori pubblici appare caratterizzato da progetti assegnati a tecnici mancanti di quelle competenze specialistiche necessarie a lavori raffinati come il restauro e ripristino di elementi storici soprattutto di giardini- è la conclusione- Ci si chiede se oltre un milione di euro di denaro pubblico saranno un investimento o l’ennesimo sperpero”.