Il progetto era stato avviato all'ospedale delle Apuane nel corso della prima ondata della diffusione del virus Sars-Cov2 ed era uno studio tra i pochissimi condotti a livello nazionale, approvato da un comitato etico-scientifico e registrato a livello internazionale.
Consisteva in una sperimentazione sulla somministrazione a pazienti infetti, di plasma iperimmune o convalescente donato da persone guarite dall'infezione.
A quanto riportato dagli studi medico-scientifici, il plasma iperimmune può funzionare: per essere efficace deve avere un numero elevato di anticorpi e dev'essere somministrato nella fase iniziale della malattia.
Il progetto era coordinato dal primario chirurgo del Noa, professor Mirko Lombardi, oggi in pensione ma che alcuni giorni fa è tornato ad attenzionare a gran voce sulla stampa l'importanza della sperimentazione che sembra caduta nell'oblio.
Il professor Lombardi è tornato a dichiararsi disponibile a proseguire la collaborazione per portare avanti la preziosa sperimentazione che potrebbe aiutare a salvare vite, ma ad oggi non ha ricevuto risposta dall'Azienda Usl.
E' mancato il necessario sostegno da parte di chi di dovere, ha dichiarato il prof. Lombardi: delle istituzioni politiche, dei dirigenti aziendali, dei medici. Risultato? Ad oggi abbiamo un bel progetto interrotto!
Però, dopo l'appello rilanciato dal dott. Lombardi, qualcosa si è mosso: a partire dalla politica, oggi l'onorevole di Italia Viva, Cosimo Ferri, ha fatto sua l'importante sollecitazione dichiarando: "Raccolgo l’appello lanciato dal prof. Mirko Lombardi e lo sottoscrivo, parola per parola, e lo rilancio con convinzione chiedendo alla direttrice dell’Azienda Nord Ovest, dottoressa Casani, di convocare il comitato scientifico che si occupa del progetto “PlasmA-puane CoV-2 e di invitare a partecipare tutte le istituzioni".
Secondo l'onorevole Ferri, si tratta effettivamente di un progetto che merita di essere ripreso e rafforzato con il contributo di tutti, cittadini e istituzioni comprese. E soprattutto, l'onorevole invoca un ritorno in campo dello stesso dott. Lombardi: "La nostra Provincia ha lavorato su questo progetto con grande intuizione: dobbiamo investirci e svilupparlo nel modo migliore. E’ assurdo lasciare in tribuna chi ha voglia ancora di dare un contributo per la nostra sanità. Il legislatore lo ha previsto nel mille proroghe: allora, perché non richiamare tutti coloro che sono in pensione? In tante Regioni sono stati richiamati i medici in pensione valorizzando la loro esperienza. La stessa Protezione Civile ha lavorato in questa direzione. Proprio non capisco perché nella nostra Azienda si faccia diversamente".