Anche il coordinamento comunale di Italia Viva ha accolto con gioia la sentenza del Tribunale Regionale per le Acque Pubbliche di Torino che ha indicato nella Regione Toscana e nella Provincia di Massa Carrara i responsabili del crollo dell’argine del fiume Carrione che il 5 novembre del 2014 causò la terribile alluvione di Marina di Carrara.
“E’ stata ristabilita la verità – ha detto Fabrizio Volpi, coordinatore comunale di Italia Viva - Purtroppo le sentenze arrivano sempre troppo tardi, ma l’onestà intellettuale oggi ci impone di sottolinearlo. Probabilmente non interessa a quei personaggi che all'epoca dei fatti avevano montato persino un cappio in comune in attesa delle dichiarazioni del sindaco Zubbani al quale, in modo strumentale e opportunistico, volevano addossare le responsabilità per il drammatico evento alluvionale. Sono stati momenti difficili per la nostra comunità e anche per chi amministrava”. Volpi ha ricordato la drammaticità di quei momenti ed ha ribadito che il giusto comportamento in casi di questo genere è sempre quello di restare uscire uniti aiutando le istituzioni ed evitando le strumentalizzazioni.
“Dopo circa sei lunghi anni – ha continuato Volpi - la sentenza di Torino ha restituito “ virtualmente” quello schiaffo subito dall'ex primo cittadino che fu aggredito alle spalle da un alluvionato di Marina di Carrara a causa del clima avvelenato post-alluvione che intenzionalmente era stato fomentato da una certa parte politica.”. Anche Volpi, come già hanno fatto altre figure politiche che all’epoca facevano parte della maggioranza di centro sinistra e che furono attaccate in maniera feroce da una parte di cittadini che attribuivano a loro l’origine di ogni male, ha ripercorso gli eventi salienti e soprattutto ricordato i personaggi politici che contribuirono in larga parte ad aizzare la folla senza avere alcuna prova evidente di responsabilità oggettive. “Pochi giorni dopo la caduta dell'argine destro del Carrione – ha continuato Volpi - le due senatrici grilline Laura Bottici e Sara Paglini firmarono una interrogazione parlamentare affinché fosse avviata un'indagine volta a nominare un commissario straordinario al comune di Carrara, per attuare gli opportuni provvedimenti contro l’amministrazione comunale colpevole dell'alluvione .( Atto numero 4-03053 pubblicato il 20 novembre, nella seduta numero 357 presentata al Senato della Repubblica). I protagonisti della protesta tra cui gli attuali amministratori 5 Stelle, all'epoca all’opposizione si schierarono con Assemblea Permanente, il gruppo di cittadini più inferociti e non si fecero scrupoli a sostenere che era evidente l'inadeguatezza del sindaco Angelo Zubbani e dell'amministrazione comunale in quanto colpevoli di non aver effettuato opportuni interventi di messa in sicurezza del Carrione. La sentenza di Torino ha invece sollevato completamente dall'accusa di danno il comune di Carrara e la giunta dell'epoca. Per la Regione Toscana e la Provincia di Massa Carrara resta invece l'imbarazzo delle motivazioni che secondo il Tribunale Regionale per le acque pubbliche , quali unici responsabili del disastro dell'alluvione del 2014, sono stati condannati in solido oltre ai tecnici ed alle ditte appaltatrici al risarcimento di 4 milioni e mezzo di euro.”. Volpi ha rimarcato che la condanna al risarcimento colpisce coloro che avevano contribuito al disastro con la costruzione di un muro e di opere che erano risultate difformi da progetti e capitolati e che saranno risarcite le aziende per i danni patrimoniali subiti ai macchinari, alle strutture, per il lavoro perso, per aver fermato la produzione e i dipendenti e per tutti i disagi che quell’evento calamitoso comportò al territorio.
“ Oggi Italia Viva condivide con gli amici del PSI una piccola soddisfazione – ha concluso Volpi - la verità è stata finalmente ristabilita e, piaccia o non piaccia, la sentenza assolve e legittima l' operato dell’amministrazione Zubbani ritenuto ingiustamente colpevole da una folla di più di tremila persone che il giorno dopo aveva assediato il comune, di fronte alla quale con coraggio aveva ribadito ciò che la sentenza ha confermato e cioè che l’amministrazione non era responsabile del crollo dell’argine del Carrione. Siamo convinti che la cifra stabilita per il risarcimento non sia per niente modesta, ma il significato politico del giudizio è invece di prima grandezza , perché ciò che era stato costruito per infamare è stato smontato per sentenza.”.