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Scritto da Redazione
Politica
29 Giugno 2025

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Un Piano Regolatore Portuale che sembrava vicino al traguardo nel corso del 2024 risulta oggi inspiegabilmente arenato. Una situazione di stallo che, come Rappresentanti dei Lavoratori della FHP, ci preoccupa profondamente. L’azienda, da quando ha rilevato la “vecchia” Porto di Carrara S.p.A., ha investito e continua a investire molto. Ne sono prova la crescita dell’occupazione e l’aumento della movimentazione delle merci. Ma questo sviluppo non sarebbe stato possibile senza il contributo fondamentale dei lavoratori: personale altamente specializzato, con una formazione professionale che non ha eguali in altri scali italiani… naturale dunque la nostra preoccupazione!

"Il Piano Regolatore Portuale è oggi fermo a causa delle numerose prescrizioni imposte dal Ministero, che la Governance dell’AdSP è chiamata a superare". Lo sostiene  Fit Cisl  Massa Carrara Toscana Nord che spiega: " Ricordiamo però che tale Piano è uno strumento strategico di pianificazione, essenziale per definire lo sviluppo futuro del porto, snellire le procedure, aumentare l'efficienza e migliorare la governance. Si tratta, dunque, di un documento fondamentale per il medio-lungo periodo. Tuttavia, a preoccupare è anche l’assenza di investimenti immediati, che non richiedono l’attuazione del nuovo Piano Regolatore Portuale. Parliamo, ad esempio, del dragaggio che dovrebbe essere eseguito con regolarità biennale, ma che manca ormai da ben cinque anni. O della manutenzione ferroviaria interna allo scalo, formalmente in carico all’AdSP, che – secondo quanto ci risulta – non sta rispondendo alle richieste avanzate da RFI (Rete Ferroviaria Italiana) con celerità. L’AdSP ha investito 95 milioni di euro per la passeggiata del Water Front, ma ben altra cosa sono gli investimenti strutturali che il nostro Porto ha bisogno per garantire quella competitività portuale con gli altri scali italiani.Chiediamo, dunque, che il nuovo Commissario imprima una netta discontinuità rispetto al passato, ponendo i due porti gestiti dall’ente sullo stesso piano, in termini di visione, attenzione e risorse. Un cambio radicale indispensabile per il territorio provinciale che ricordiamo fa parte della Regione Toscana e non della Regione Liguria.

 

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