La sentenza del Consiglio di Stato conferma che è arrivato il momento di invertire la rotta con una patrimoniale sui concessionari di cava dentro il perimetro della legge regionale 35. L’obiettivo è la redistribuzione della ricchezza fermando così l’ulteriore accumulazione di patrimoni miliardari da parte dei concessionari di cava del bacino delle Alpi Apuane. Non è più tollerabile la proliferazione di centri diagnostici privati convenzionati con la sanità regionale e di proprietà dei concessionari di cava. Un fenomeno quello degli utili derivanti dall’escavazione del marmo che sta generando una rendita privata sulla sanità pubblica che invece affonda in mancanza di risorse. La variazione del bilancio regionale, voluta da Giani e Bezzini, è un misto di tagli ai servizi non sanitari e risorse economiche chieste alla gente comune.La sanità pubblica della Toscana è un baluardo che sta per crollare per le politiche fiscali che il Partito Democratico continua a portare avanti da tre decenni. I soldi vanno chiesti a chi ce li ha come le grandi società dell’estrazione di marmo. Non è così complicato individuare gli ingenti patrimoni delle società estrattive e delle tre quattro persone che le controllano; patrimoni che ormai oltre ai centri diagnostici si estendono agli stabilimenti balneari, agli alberghi, alle aree comprate alle aste fallimentari del Tribunale di Massa. La rendita derivante dalla distruzione di un patrimonio naturale quali le Alpi Apuane sta creando un nuovo feudalesimo; i nuovi signori si impossessano di interi settori economici che garantiscono rendite sicure e la sanità è il primo di questi business. Adesso, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, sarà più facile introdurre una patrimoniale a carico dei concessionari di cava del bacino delle Alpi Apuane per finanziare la sanità pubblica