A proteggerne la vista dalla strada c’è un alto e possente muro appoggiato a due proprietà private, che facilmente può dare l’idea di delimitare giardini o spazi all’aperto dei due edifici. In realtà, dietro al muro c’è un tratto di spazio pubblico di proprietà del comune, lungo e stretto nel quale passa il torrente Canal del Rio nella sua tombatura e sopra il tubo dell’acquedotto di Carrara che scende dalla collina che sovrasta la Ghiacciaia. Il tutto in mezzo a una vegetazione infestante e incolta da anni e rifiuti vari che palesano come lo spazio sia stato usato, spesso, quasi come una discarica. Per tacere dei cavi dell’elettricità e dei tubi del gas sospesi alla bell’è meglio tra gli edifici di una parte e quelli dell’altra. Si potrebbe pensare che una situazione di tale incuria e abbandono si trovi in una zona molto periferica della città – il che non giustificherebbe ugualmente la dimenticanza, sia chiaro – è invece si trova sulla rotatoria tra via Don Minzoni e via del Cavatore, a 200 metri da piazza Matteotti, in pieno centro città. A mostrarci la realtà oltre il muro, l’architetto Bruno Malatesta, la cui proprietà è una delle due che confinano con il tratto in questione. “Questa zona è abbandonata da anni – spiega Malatesta – per poter costruire il muro di contenzione del mio giardino, una decina di anni fa abbiamo dovuto far ripulire tutto il tratto del canale tombato, che era completamente invaso da vegetazione spontanea ormai diventata altissima. Un intervento, costato migliaia di euro, fatto da noi privati, dopo il quale nessuno è più venuto a vedere in che condizioni è questo tratto di canale, né a controllare le tubature dell’acquedotto o delle fogne che passano sotto al canale”. La vegetazione così incolta favorisce il proliferare di topi e serpenti, come ben sanno i residenti dei palazzi adiacenti. L’architetto Malatesta ha ricordato anche un episodio avvenuto all’epoca della pulizia da lui fatta del tratto tombato di Canal del Rio: un chiusino del tubo dell’acquedotto si era rotto, facendo fuoriuscire un forte getto d’acqua e i tecnici venuti per sistemarlo dovettero esaminare tutta la conduttura da San Francesco in giù senza riuscire a trovare le chiusure, finendo poi col bloccare la fuoriuscita con una morsa messa alla perdita, lasciando poi il tubo così senza fare altre riparazioni. Malatesta ha ricordato le testimonianze dei suoi familiari relative all’epoca in cui Canal del Rio non era ancora stato tombato e a collegare via Don Minzoni alla Ghiacciaia c’era un piccolo ponte. Si parla, ovviamente dei primi decenni del ‘900, ma il defluire delle acque nel piccolo torrente non causava i ripetuti allagamenti avvenuti in seguito alla tombatura.
Il comune di Carrara ha recentemente deciso, dopo anni, di intervenire su Canal del Rio sfruttando alcuni fondi del PNRR. Il canale passa in buona parte sotto Via Don Minzoni e fa un’ansa, proprio nel tratto “nascosto” e abbandonato a se stesso, che aggira i palazzi che insistono sulla rotatoria alla confluenza con via del Cavatore e poi prosegue tagliando via Rosselli e riemergendo al Boccalone, dove termina la tombatura e il corso d’acqua si getta nel torrente Carrione. Saranno lavori di messa in sicurezza idraulica per previsti quattro milioni di euro, il cui scopo è l’adeguamento della portata di Canal del Rio in base a previsioni duecentennali. I lavori, come si legge nel sito del comune, interverranno sull’alveo tombato del canale e comprendono anche la ricostruzione del ponte di corso Rosselli. Previsto anche, in ultima battuta, l’allargamento del canale nel tratto più a monte di via Don Minzoni con l’esclusione della parte di fronte alla ex Montecatini, perché indicata come già adeguata. Probabilmente in questa eccezione rientra anche il tratto “nascosto” di Canal del Rio, cosa, peraltro plausibile, perché lo spazio tra i due blocchi di abitazioni è già completamente esaurito dalla presenza della tombatura e sembrerebbe difficile poterla allargare senza abbattere i muri delle case che la delimitano. Ma se le dimensioni della tombatura in questo tratto sono adeguate, di certo non lo è lo stato di abbandono in cui versa, ben protetto alla vista dei più dall’alto muro su via Don Minzoni, per cui, si spera, sia possibile intervenire almeno su quello.
In allegato le foto di oggi e quelle dell'unico intervento di pulizia fatto dai privati dieci anni fa