Tornano anche quest'anno sulla Gazzetta di Massa e Carrara le pagelle alla giunta di Carrara guidata da Serena Arrighi. Come sempre premettiamo che i giudizi espressi in questo articolo, pur contenendo diversi elementi di verità, sono satirici e servono a strappare un sorriso in questi giorni di festa. Che nessuno quindi si impermalosisca.
Serena Arrighi. Ormai dopo 18 mesi possiamo scriverlo: a fare il mestiere di sindaco proprio non è portata e, ogni giorno che passa, c'è qualcuno in più che se ne accorge. Avevano cominciato, subito dopo le elezioni, Azione e i Verdi le gli avevano ritirato il sostegno, poi se ne sono andati ben due segretari comunali, adesso la capo gabinetto Marella Marchi e la presidente della commissione cultura Maria Mattei. Tra un po' rimarrà sola e litigherà con se stessa allo specchio. Anche perché dal prossimo congresso del Pd non si preannunciano buone notizie: nuovo segretario in pectore è quel Luca Barattini che lei si rifiutò di nominare assessore e che, per confermarle il sostegno, chiederà un corposo rimpasto della giunta. Per il resto, visione non ne ha, l'ordinaria amministrazione non è mai stata così trascurata, la città è al massimo degrado. Il peggio avviene nei rapporti politici e istituzionali: la scorsa estate è andata in vacanza in Scandinavia, è facile immaginare i suoi dialoghi con gli orsi polari. Voto 2.
Roberta Crudeli. Non c'è consiglio comunale in cui non si parli del suo conflitto d'interesse, del resto, con la sanità carrarese allo sbando, è difficilmente immaginabile una capo infermiera che riesca credibilmente a fare da contraltare al suo datore di lavoro, la potentissima direttrice generale dell'Asl Maria Letizia Casani. Se l'amministrazione Arrighi rimarrà alla storia per la chiusura quasi totale del Monoblocco (quest'anno, dopo la scure dei vigili del fuoco, è andata al Noa pure la chemioterapia), la faccia impressa su questo disastro è quella del vicesindaco. Ha il portafoglio extralarge per i servizi sociali, ma di risultati se ne vedono pochini. Alla fine, l'unica attività in cui è costantemente impegnata è l'organizzazione dell'accoglienza per i migranti che sbarcano al porto di Marina. Voto 2
Gea Dazzi. L'unica cosa positiva è che quest'anno le hanno imposto di parlare poco e quindi i danni sono limitati. Nel settore cultura è, di fatto, commissariata dal dirigente Cinzia Compalati, fiduciario del sindaco e nelle ultime settimane, visto il risultato dello scorso anno, le hanno pure tolto le residue competenze nelle luminarie natalizie. La programmazione estiva è stata imbarazzante, le presenze nei musei al minimo storico, la biblioteca ha ridotto l'orario di apertura, i servizi di cinema e teatro sono stati esternalizzati e nella programmazione della stagione il Comune non ha contribuito neppure per una virgola. Mancano le idee e ancor più un progetto di rilancio. Ad esserci è invece la raffica di nomine e lo stipendio in cambio di poco o nulla per l'assessore, che aumenterà ulteriormente nel 2024. Tutti i rumors continuano ad affermare che sarà la prossima a cadere, ma finché dura... Voto 3.726 (lo stipendio in euro dal 1 gennaio).
Moreno Lorenzini, Il phisique du role dell'assessore ce l'avrebbe anche, così come gli appoggi altolocati. A difettargli, a parte i voti (veramente pochini), cominciano anche in questo caso ad essere i fatti. La raccolta differenziata è un flop (e lui ha dato la colpa ai cittadini), l'urbanistica è bloccata salvo che per gli altolocati, è partito il piano del porto, ma era già tutto pronto da quelli di prima e il contributo suo e dell'amministrazione è stato pari a zero. Gli piace parlare e piace molto a se stesso, politicamente è tra i meno peggio, non è male nel creare rapporti politici e istituzionali. La sufficienza è lontana, ma si eleva di un minimo rispetto alla media. Voto 5.
Elena Guadagni. Partiamo dalle attenuanti: non è facile stare in una giunta con un sindaco così ed è ancor più difficile farlo senza essere supportati neppure da un consigliere comunale. Certo, avere alle spalle Angelo Zubbani aiuta, ma quando quest'ultimo entra in rotta di collisione con Arrighi, com'è accaduto nelle ultime settimane, l'effetto boomerang è assicurato. Ve li immaginate i colloqui a margine della giunta? "Elenaaaaa, Angelo mi ha attaccato". "Serena, ti giuro che non sapevo nulla". "Allora lo devi smentireeeee". "Serena, non ce la faccio...". Sul piano amministrativo fa il compitino di una giunta inerme, politicamente somiglia a un ectoplasma. Dopo la Dazzi si dice che sarà la seconda a saltare, ma mai sottovalutare Angelo Zubbani. Voto 5 (la media tra il 3 a lei e il 7 a Zubbani).
Lara Benfatto. E' forse la più grande delusione della giunta, in molti pensavano che dopo dieci anni di gavetta potesse finalmente essere lanciata nel firmamento... delle luminarie natalizie, e invece nulla: due anni di flop e polemiche. Il commercio è di gran lunga al minimo storico sia in sede fissa sia nei mercati. La giunta Arrighi è persino riuscita nell'impresa di non garantire alla città nessuna ricaduta dalle crociere che sbarcano a Marina e una parte del demerito è suo. Persino i mercatini dell'ingegno organizzati lungomare, dopo poche settimane, sono stati forzatamente chiusi per mancanza di clienti e operatori. Ha meritato il nomignolo "Malfatto" che le ha dato l'opposizione. Voto 3.
Carlo Orlandi. Assieme alla Crudeli fa parte del cerchio magico della Arrighi e, secondo molti, è stato lui ad alzare i toni del conflitto con Marella Marchi. E' un Giano Bifronte, Orlandi furioso e Orlandi innamorato al tempo stesso, per dirla con Lodovico Ariosto: furioso con gli avversari politici interni ed esterni alla coalizione con cui spesso cerca lo scontro; innamorato con i suoi elettori per i quali si fa pittorescamente in quattro per tappare buchi e cambiare lampadine. E', però, soprattutto, enormemente ambizioso. Nella sua testa c'è una sola cosa: succedere alla Arrighi e per questo, dopo aver stretto il rapporto con lei, spera che inciampi in qualche tranello per poi fare da pontiere tra lei e il Pd e succederle. Non si è ancora reso conto che la storia politica di Arrighi è già finita. Quanto al suo ruolo di amministratore, c'è del suo nella controversa vicenda del trasferimento di Nausicaa. Se dovessimo giudicarlo dalla pulizia e dalla manutenzione della città dovremmo dargli 1, ma valutandolo nel complesso, gli diamo 4.
Mario Lattanzi. Francesco Cossiga lo avrebbe chiamato "il più dolce del bigoncio", è bravo e sa di esserlo. Per questo voci sempre più insistenti affermavano che avrebbe voluto andarsene. Poi ci ha ripensato perché qualcuno gli ha fatto capire che lo gradirebbe come prossimo candidato a sindaco. Basta che stia fermo e che, al di là delle deleghe (è lui il vero assessore al marmo), non litighi con la Arrighi: quando l'avranno giubilata ci sarà bisogno di qualcuno che la recuperi alla causa e lui è quel qualcuno. Per il resto, il bilancio lo sa redigere. Altro che Carlòn. Voto 6