Il consigliere di Arcipelago Massa Andrea Barotti propone la fondazione di un ente per la valorizzazione del marmo, che faccia affluire nelle casse pubbliche le risorse da destinare ai servizi, al sociale e alla cultura, restituendo alla cittadinanza un po’ della ricchezza che questo territorio offre.
"La nostra comunità – esordisce Barotti - soffre per l'assenza di una visione di sviluppo, di una progettualità diversa rispetto al passato, per la scarsa qualità, efficienza dei servizi, per infrastrutture ormai datate o mancanti; si tratta di criticità, debolezze superabili con una classe politica capace di immaginare, costruire il futuro e di ricavare risorse, in un modo nuovo, dai beni della collettività.”
“Il marmo è il capitale che il territorio deve utilizzare per rinascere! – esclama il consigliere. “Fino ad oggi abbiamo ottenuto, con le concessioni e la tassa marmi, una parte della ricchezza custodita dalle nostre montagne; una quota che la comunità, alla luce delle conseguenze ambientali prodotte dall'escavazione, non ritiene adeguata".
Il civico prosegue e rileva: "I cittadini leggono, sui quotidiani, i numeri che l'oro bianco genera ma non vedono migliorare, progredire il territorio in cui abitano! Il decoro urbano non è quello di una città che possiede un materiale unico al mondo!”
“L'approccio che la città ha verso il marmo è la conseguenza di una storia difficile! –prosegue- Di una politica che ha cercato di governare lo sfruttamento ponendo dei limiti, penso alla percentuale di lavorato, ma non è riuscita, anche alla luce dei dati recentemente riportati su di una testata nazionale, a raggiungere risultati importanti”
“Il mecenatismo che avrebbe consentito di avvicinare le cave alla città non è stato adeguatamente coltivato; -fa notare Borlotti- le proposte lanciate, tese ad offrire un'opportunità di crescita culturale e formativa, non hanno suscitato reazioni! “
“Abbiamo faticato a recuperare fondi per la ristrutturazione del teatro, atteso anni per ottenere 30 milioni dallo Stato per bonificare la falda e poi vediamo arrivare capitali stranieri che acquistano, non per beneficienza, le viscere dei nostri monti! I cittadini pensano: a noi le briciole e la distruzione del paesaggio!"
Barotti esamina il ruolo svolto dalla politica e scrive: "La politica, spesso, affrontando la questione cave, specie quando ha normato il settore, si è trovata in una posizione estremamente complicata per l'impatto che certe scelte hanno avuto o possono avere sul fronte occupazionale! La sospensione o la fine di una concessione, ad esempio, determinano delle reazioni da parte degli addetti all'estrazione; in sintesi la politica non pare sia stata in grado di trovare un equilibrio tra la tutela dell'ambiente e le esigenze della realtà estrattiva esistente".
Barotti avanza una proposta: "Penso sia arrivato il momento di cambiare il ruolo del Comune! Riscuotere canoni e tassa marmi non basta! Se non verrà avanzata una proposta innovativa i problemi di sempre faranno, prima o poi, capolino.
Credo si possa immaginare di replicare, per le cave, quanto già esiste per l'acqua che sgorga dalle nostre sorgenti! Una società interamente del Comune, o pubblica privata, di Valorizzazione del marmo che estragga l'oro bianco, faccia affluire alle casse pubbliche risorse da destinare ai servizi (riducendo il costo per i cittadini), al sociale, alla cultura, ai lavori pubblici e che garantisca, per atto fondativo, la lavorazione in loco dei blocchi".
Secondo il Consigliere di Arcipelago Massa: "La creazione di un soggetto pubblico che sia "imprenditore" non si contrapporrebbe alle società private ma sarebbe in grado di assorbire, qualora una concessione decadesse, la forza lavoro e di garantire la continuità operativa del sito con ulteriori effetti positivi per la Comunità.”
"La costituzione di un Ente di valorizzazione – conclude Barotti - risponderebbe alla necessità di riconsiderare il marmo come bene irripetibile che non merita di finire in colle o dentifrici ma in quelle produzioni capaci di creare arte, architettura, design e lavoro".