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Scritto da Redazione
Politica
03 Gennaio 2025

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Fioccano le esternalizzazioni nel settore cultura del comune di Carrara: ultimo in ordine di tempo, l'affidamento a una ditta di Torino, per 20 mila euro, per la realizzazione di una parte non meglio precisata del progetto di Carrara capitale italiana dell'arte contemporanea bocciato dal ministero: questa l'analisi del consigliere dell'pposizione Simone Caffaz che spiega: "È ormai una prassi consolidata, da parte dell'amministrazione comunale guidata da Serena Arrighi, di affidare incarichi di consulenza in modo ripetuto e per qualsiasi progetto. Ciò rappresenta una resa del comune a procedere con le proprie risorse interne, nell'ambito delle quali ci sono svariate professionalità che meriterebbero una migliore valorizzazione. Già il comune fatica a realizzare l'ordinario, ma per qualsiasi cosa sia richiesta un minimo di progettualità, come abbiamo ripetutamente denunciato, Arrighi & C. si affidano a incarichi e consulenze esterne spesso attingendo agli amici e agli amici degli amici. È evidente che questo modus operandi da un lato evidenzia l'incapacità di gestire in modo adeguato le risorse interne all'amministrazione, dall'altro è volto a creare una rete di consenso clientelare basato su incarichi lautamente retribuiti. Sull'incarico relativo alla progettazione del verde pubblico, recentemente affidato, avremo modo di tornare successivamente. Oggi invece vogliamo concentrarci sulla Fondazione Fitzcarraldo ETS con sede legale a Torino, che dopo aver perso la progettazione sulla capitale della cultura contemporanea, raddoppia l'incarico: a Natale avranno festeggiato!

La dirigente Cinzia Compalati, che concorre per rimanere alla storia della città come quella che ha assegnato più incarichi e consulenze, ha affidato loro il servizio di project management per la predisposizione di alcune delle azioni di rigenerazione urbana (già previste nella candidatura a Capitale dell'Italiana dell'Arte Contemporanea) per l'importo complessivo di 20 mila euro. Nonostante che il dossier presentato alla candidatura per l'aggiudicazione del titolo di "Capitale italiana dell'arte contemporanea" sia uscito sconfitto e la stessa delegazione del comune di Carrara, in audizione il 25 ottobre scorso presso il MiC, non abbia brillato, balbettando in alcune risposte e provocando la vittoria di Gibellina. Quando si parla di cultura e utilizzo di fondi pubblici, è fondamentale che le risorse siano impiegate con trasparenza, efficacia e visione strategica. Se un progetto non vince un bando perché non risponde ai criteri richiesti, probabilmente perchè è meno competitivo rispetto ad altri, tuttavia si investono comunque fondi pubblici per portarlo avanti senza un chiaro beneficio per la comunità, è evidente che la gestione debba ritenersi poco attenta o addirittura uno spreco. Non è la prima volta, infatti, che il trio Arrighi-Dazzi-Compalati punta più a creare qualche specchietto per le allodole, per far credere di "fare qualcosa", piuttosto che ottenere risultati significativi per la comunità. Di fatto, poi,  il settore cultura  non progetta direttamente nulla, ma esternalizza tutto, perché la cultura per questa amministrazione non è considerata un motore di crescita e innovazione, ma una mera voce di spesa. In questo caso l'ulteriore affidamento di 20 mila euro alla cooperativa Fitzcarraldo per realizzare opere legate al progetto, nonostante il mancato successo al bando, solleva questioni di opportunità e di efficacia nell'uso delle risorse pubbliche. Il tutto con una mancanza di trasparenza che ha dell'incredibile, dal momento che l'atto pubblico non specifica quali opere saranno realizzate con questi fondi e come interagiranno con il progetto generale e questo potrebbe essere il risultato di un'inadeguata preparazione tecnica o progettuale, o di una limitata capacità di leggere e rispondere alle esigenze della città. È essenziale comprendere come l'investimento verrà concretizzato e con quali finanziamenti, dal momento che una tra le "gaffes" durante l'audizione a Roma è stata proprio relativa al budget di tre milioni di euro, che semplicemente non c'era".

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