Sulla questione concessioni del marmo intervien e con una nota il segretatio provinciale della Cisl Andrea Figaia: "Occorre ripartire dalla 'madre di tutte le scelte' ovvero quella operata dal comune di Carrara di “non effettuare le gare” (stile - balneari - per intenderci ) per mettere in gioco, tra vari concorrenti in competizione tra loro, le cave, ovvero la loro coltivazione. In cambio, nel senso più positivo possibile ovviamente, le imprese, per rimanere al loro posto, avrebbero iniziato una lavorazione in loco, la filiera, nella misura del 50 per cento in relazione con l'escavato. Non solo, devono anche fare progetti – regolamentati dall' art. 21 – per 'regalare' alla comunità carrarese opere di interesse pubblico, pensate studiate programmate e poi messe in opera dalla aziende stesse. Progetti che stati elencati sulla stampa ma dei quali, nonostante ripetute richieste in incontri con l'amministrazione, non si ha conoscenza e non ne viene consegnata copia o riassunto. Si fa un gran parlare della cosiddetta “certificazione Emas” , nel senso che l'art. 38, comma 5, della l.r.t. n. 35 del 2015, prevede, oltre alle facilitazioni di cui sopra, anche la possibilità di allungare il brodo e di iniziare filiera e progetti dopo due anni. Pare che alcune aziende non abbiano neppure fatto domanda; altre, complice un ritardo burocratico nazionale, stanno ricevendo le certificazioni di questi tempi, nonostante abbiano avuto tutto il tempo per fare la domanda, dal 2015 in poi. Nel frattempo, però, l'amministrazione comunale, ha rilasciato a tutti le cosiddette 'convenzioni' propedeutiche alle 'concessioni' (senza nemmeno provare a legare le stesse al ritiro dei numerosi ricorsi, almeno quelli in essere se non a strappare un minimo impegno da costoro di non farne altri in futuro, per esempio vedi 'enfiteusi') che porteranno le aziende escavatrici ad operare, in vigenza della nuova legge 35, dal 2015 al 2042 e tutto sembra andare in cavalleria almeno per altri due anni, ma con un buco da riempire anche per il ritardo del comune nel portare a termine il Regolamento sulla Tracciabilità ( fino alla Pesa). Se le certificazioni Emas non sono state presentate, in ossequio alla legge regionale, entro ottobre 2023, allora parte da subito la filiera ed anche i Progetti art. 21. Per la Filiera quindi, al termine del biennio, cioè da ottobre 2025 si faranno i monitoraggi, con controlli però 'da subito'. Non è proprio la stessa cosa, perchè se invece vale la certificazione Emas, presentata in ritardo, il monitoraggio andrebbe ancora oltre. I progetti invece non si conoscono e cominciano a fiorire legende metropolitane. Concludendo: nella logica gattopardesca per cui si attua una vera rivoluzione amministrativa nel settore (Prc, Regolamenti comunali, Pabe, Convenzioni, Concessioni , Parco delle Apuane ecc.) in realtà, alla fine, sembra che tutto vada, come sempe, verso il solito pareggino in trasferta, per le aziende. Attenzione però: le imprese batteranno il calcio di rigore, concesso dal 'VAR' con il vantaggio dei ricorsi civili e/o amministrativi che nessuno pensa di fermare proseguendo, appunto, nella babele degli atti regolamentanti non così ostili ai 'marmai' ma comunque subito impallinati da costoro in giudizio".
Concessioni del marmo: l'analisi di Andrea Figaia della Cisl
Scritto da Redazione
Politica
18 Maggio 2024
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