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Scritto da Redazione
Politica
07 Gennaio 2020

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Accusato dal Movimento 5 Stelle di essere occupato solo a manovrare la macchina del fango contro l’amministrazione grillina, il consigliere Bernardi ha subito rimandato l’accusa al mittente facendo notare che più dell’ ipotetico fango politico da lui generato, gli attuali amministratori dovrebbero preoccuparsi del fango che a ripetizione inquina l’acqua del paese di Bedizzano per il quale il sindaco ha dovuto fare cinque ordinanze per impedire l’uso dell’acqua nell’arco del 2019, di cui due ravvicinate a dicembre.

“ Ad ogni piovasco il sindaco si limita ad emettere l’ ordinanza per acqua inutilizzabile a uso potabile, alimentare e per l’igiene della persona. – ha detto Bernardi – Sono tutte ordinanze cautelative sul consumo dell’acqua erogata dal pubblico acquedotto che serve la frazione di Bedizzano e zone limitrofe. “ Bernardi ha ironizzato sulla possibilità di chiedere l’intervento dell’assessore Scaletti per verificare che la causa del problema non sia la marmettola, facendo riferimento alla difesa pubblica fatta pubblicamente dal Movimento 5 stelle per l’assessora come se da sola non fosse capace di rispondere ai quesiti dell’opposizione ed anche sul compito di smaltire gli scarti di lavorazione come rifiuti speciali che i grillini si erano ascritti sottolineando l’incapacità in questo senso degli amministratori che li hanno preceduti. “Purtroppo è vero che questo è un vecchio problema – ha proseguito Bernardi – e sarebbe necessario sapere quanti controlli sono stati eseguiti sull' abbandonano di terre nei piazzali, da dove poi la pioggia li trascina nelle falde acquifere, nei fiumi e infine in mare. All'inizio del 2019 per l'aumento delle terre portate al piano abbiamo assistito ad uno spettacolo deprimente per la corsa ad attribuirsene il merito tra comune e Assindustria con sconcertanti colpi bassi che entrambi si sono sferrati a turno,per arrogarsi un merito che invece era dovuto solo alla vendita delle terre al porto di Savona e non ai controlli vantati dal comune, né al ritrovato senso di legalità da parte degli industriali. Dovrebbe essere un dato acquisito anche dalla Scaletti che le terre abbandonate al monte sono fonte di rischio alluvionale e di inquinamento dei corsi d’acqua e delle sorgenti, visti anche i divieti di usare l’acqua a Bedizzano, eppure i ben informati giurano che al monte ci siano ancora presenti oltre quattro o cinque milioni di tonnellate di terre da smaltire.” La realtà del dato sulle terre e che riferisca in consiglio comunale anche l’origine del problema dell’acqua di Bedizzano. Ha anche ricordato che, nel caso fossero presenti terre da smaltire, la Scaletti avrebbe l’obbligo di farle rimuovere. Infine Bernardi ha fatto notare la mancanza di un comunicato del sindaco che mostri vicinanza ai disagi degli abitanti di Bedizzano Per i disagi sopportati dai cittadini di Bedizzano che devono approvvigionarsi d’ acqua potabile da un unica cisterna posizionata all'entrata del paese anziché da due cisterne come avveniva in passato. “ Sparare “ fango” quindi non è che una prerogativa del Movimento 5 Stelle – ha concluso Bernardi - che in questi due anni in cui ha amministrato la città non risulta aver firmato alcun provvedimento per il rispetto della tutela dell’ambiente e della sicurezza delle cave: stranezza particolarmente complessa da chi per la questione ambientale le voleva definitivamente chiudere.”.

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