L’analisi della vicenda del focolaio di coronavirus scoperto all’interno di un cas di Bonascola, fatta da Nicola Pieruccini, coordinatore comunale della Lega e candidato alle regionali, si concentra sull’associazione che gestisce il centro e sull’appoggio “interessato” di Pd e 5 stelle locali.
“Non è nostra intenzione strumentalizzare la vicenda – ha spiegato Pieruccini ma ci corre l'obbligo di evidenziare che per il nuovo focolaio di coronavirus che si è diffuso in città, non possiamo che ringraziare la sinistra, l'amministrazione grillina e le associazioni ad esse collaterali che hanno fatto dell'accoglienza pelosa e irrazionale un business e una fonte di lucro per i soliti noti. Sia chiaro, come la ricostruzione che faremo di seguito dimostrerà, che questo non è un giudizio politico ma una constatazione dei fatti.”
Al centro del mirino di Pieruccini, c’è appunto Casa Betania e in particolare la fondatrice dell’associazione, Sara Vatteroni.
“ Chi gestisce la struttura in questione? – ha conbtinuato Pieruccini - Ovviamente Casa Betania, la società con scopo di lucro che ha ricevuto negli ultimi anni finanziamenti dallo stato per milioni di euro e che ha la responsabilità anche dell'Hotel Dora della Lugnola, salito alla ribalta della cronaca perché, in pieno lockdown, i suoi ospiti sono stati ripresi mentre giocavano una partita di pallone al campo degli ex Gesuiti in violazione a tutte le regole sul distanziamento. Chi è la responsabile di una società tanto remunerata e tanto poco “rigorosa” nella gestione di queste strutture? Sara Vatteroni, già assessore della giunta di sinistra all'amministrazione provinciale di Massa-Carrara in quota all'Italia dei Valori, che si dice oggi abbia aderito – al termine di un nomadismo politico da record – al movimento di Carlo Calenda.
Quali sono le forze politiche che hanno permesso e sostenuto il radicamento di Casa Betania nella nostra città? L'amministrazione grillina e il Partito Democratico che, anche a seguito della famosa partita di pallone che avrebbe dovuto rappresentare un campanello d'allarme, ha definito la società con scopo di lucro “un modello di integrazione”. Verificate le responsabilità politiche, amministrative e forse di altro tipo, è opportuno capire cosa fare oggi per garantire la salute pubblica, la sicurezza e il rispetto dei diritti dei cittadini carraresi, oltre alla quarantena annunciata da sindaco e Asl che ci sembra una misura inadeguata e insufficiente a tutelare la salute dei nostri concittadini.
Innanzitutto riteniamo indispensabile che vengano ricostruiti con precisione tutti i movimenti delle persone risultate positive, anche perché contrariamente alla signora Vatteroni a noi risultano contatti frequenti e ripetuti dei giovani immigrati che frequentano queste strutture con l'esterno e anche qualche amicizia con giovani carraresi. Al contrario della Vatteroni, non ci sfugge neppure il fatto che il virus non lo porta lo spirito santo e quindi qualcuno deve averlo trasmesso a questi giovani che, sempre a giudizio della responsabile di casa Betania, non hanno rapporti con l'esterno. C'è quindi il pericolo che il contagio possa espandersi e chi in questo momento minimizza non fa gli interessi della comunità carrarese. Secondariamente riteniamo doveroso che vi sia finalmente trasparenza su quali e quante strutture gestisce Casa Betania, su quali siano i protocolli di sicurezza anti-Covid adottati, su quanti finanziamenti pubblici vengano ricevuti dalla stessa associazione, sui bilanci della stessa, sui compensi agli amministratori e sugli utili ai soci, alcuni dei quali sono soliti girare in lussuose auto di grossa cilindrata.
Concludendo, riteniamo necessario come prima cosa che venga tutelata la salute dei carraresi gravemente messa a repentaglio da una scellerata gestione delle politiche migratorie. Secondariamente è indispensabile verificare con chiarezza le responsabilità di quanto accaduto e che i responsabili – perché vi sono responsabili – vengano messi nelle condizioni di non nuocere più.”.