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Scritto da Redazione
Politica
16 Maggio 2020

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Le segreterie territoriali di FL CGIL CISL SCUOLA UIL SCUOLA RUA SNALS CONFSAL intervengono in merito alla preannunciata intenzione di tagli agli organici docenti.

"L'intenzione di pesante taglio degli organici docenti di ogni ordine e grado da noi preannunciata per la provincia di Massa Carrara - esordiscono - è stata confermata ieri, nel corso dell'informativa regionale ai sindacati scuola. Intanto, è stato chiarito che la conferma degli organici da parte del Ministero non c'è stata per nulla. Il risultato è che malgrado il Covid dal Ministero  sono arrivati per la Toscana 118 posti comuni in meno, che significano la soppressione di almeno una cinquantina di classi. Il calo demografico, che pure esiste, non giustifica affatto una riduzione di queste proporzioni, e significa, comunque, che si è continuato a ragionare come se la pandemia non ci fosse stata e come se i numeri degli alunni per classe non dovessero scendere, per consentire il rientro nelle aule che resteranno quelle che sono".

"La denuncia unitaria da parte dei sindacati circa l'insostenibilità per il nostro territorio dei numeri prospettati sono valse il contentino - incalzano -, ieri, di 12 posti da distribuire sulle province di  Lucca e Massa Carrara, il che porta i tagli in questa piccola parte di Toscana da 95 che erano a 83 posti tagliati, su un totale di 118. Per la provincia di Massa Carrara, questa operazione costerà dalle 20 alle 30 classi in meno, a seconda del grado di istruzione che si andrà a colpire. Se anche in questa provincia abbiamo 481 iscrizioni in meno, si tratta in valore assoluto del  quinto calo più importante della Toscana. Solo a Firenze, per fare un esempio, a fronte di una diminuzione di 1288 alunni si prospetta un organico di 35 docenti in meno. E con 382 studenti in più, Prato avrà 70 docenti in più. Non c'è alcuna giustificazione neppure banalmente statistica di queste scelte, che appaiono molto più dipendenti dal peso politico dei diversi territori. Allo stesso tempo non sembra presa in considerazione la particolare situazione geografica dei territori e neppure si tiene conto di aspetti essenziali come l'edilizia scolastica, che in questa provincia ha strutture spesso inadeguate, come più volte denunciato: intere strutture chiuse per lavori in corso come la Giromini, scuole costrette a condividere spazi limitati, come il Marconi e il Galilei, interi Istituti in cerca di sedi alternative per poter effettuare lavori già finanziati come l'Alberghiero e potremmo continuare. Allo stesso tempo non ci risulta un reale coinvolgimento degli uffici territorali che invece sono già filtro di molte situazioni e richieste delle scuole, avendo come risultato un taglio sui tagli".

"Noi chiediamo urgentemente ai nostri Sindaci e al Presidente della Provincia - concludono -, che a breve si dovranno occupare di come stipare le nuove classi pollaio nelle aule già fortemente inadeguate del territorio, di far sentire alta e forte la loro voce. Chiediamo ai consiglieri regionali e ai Parlamentari della nostra Provincia di prendere atto che il governo degli organici della scuola, se si vuole ripartire in sicurezza a settembre, non può tradursi, soprattutto nei territori più colpiti dalla pandemia in questo modo. Il Ministero non può lavorare così, o le scuole a settembre non potranno riaprire, perché quanti studenti ci saranno per ogni classe a settembre si decide ora, proprio sulla base degli organici assegnati. E siccome nessuno sarà in grado di allargare le aule, da qui a settembre, la sicurezza di studenti e lavoratori può essere salvaguardata soltanto riducendo i numeri degli allievi per classe. Il Presidente della Provincia ha già annunciato ai sindacati confederali l'intenzione di attivare il tavolo istituzionale sui problemi della scuola. Dobbiamo riunirlo subito, non possiamo permettere che la nostra situazione resti così, perché andrà inevitabilmente a toccare tutte le famiglie della nostra Provincia, e questo anche indipendentemente dal coronavirus. Si tratta di tagli inaccettabili ed insostenibili per questa piccola provincia Toscana che è fra le più povere d'Italia e in condizioni rese ancora più drammatiche dalla pandemia attuale".

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