Cadrà il 24 febbraio il trentennale dalla morte di Sandro Pertini e per l’occasione l’associazione 31 settembre ha avanzato al sindaco di Massa Francesco Persiani la richiesta di intitolare al presidente più amato dagli italiani il ponte sul fiume Frigido di viale Trieste.
“Sandro Pertini nacque nel 1896 a Stella, in provincia di Savona – ha ricordato Riccardo Bardoni presidente di Associazione 31 settembre - e, dopo gli studi ed il conseguimento della laurea in Giurisprudenza, si avvicinò alla vita politica aderendo e militando nel partito Socialista Italiano di Filippo Turati. Rimase fedele alle sue idee politiche fino alla data della sua morte avvenuta nel 1990, vivendo due guerre mondiali, la dittatura fascista, la democrazia repubblicana di cui fu indubbio e indiscusso protagonista. La visione politica di Pertini si proponeva di far coesistere la libertà con la giustizia sociale: amava ripetere “non vi è libertà senza giustizia sociale e non vi è giustizia sociale senza libertà”. Fu uno dei massimi esponenti antifascisti e, durante il Ventennio, fu esule in Francia, dove svolse i lavori più umili. Innumerevoli furono le condanne giudiziarie che subì dal regime, ma in ogni caso Pertini seppe salvarsi riuscendo a mantenere ruoli di primo piano nel mondo dell’antifascismo e della Resistenza. Dopo il 25 luglio 1943 rientrò in Italia alla guida del Comitato di Liberazione Nazionale - Alta Italia e fu proprio in virtù di tale carica che il 25 aprile del ‘45 promosse l’insurrezione nazionale contro i nazi-fascisti: l’Italia era finalmente libera.
In piena contestazione studentesca del 1968, Pertini divenne Presidente della Camera dei Deputati, il primo uomo non democristiano e di sinistra a ricoprire tale incarico e, dieci anni dopo, in pieno terrorismo, a pochi mesi dall’omicidio di Aldo Moro e della strage di via Fani, fu eletto alla Presidenza della Repubblica con l’appoggio di tutti i partiti democratici. La sua presidenza fu caratterizzata da una nuova concezione della massima carica dello Stato: ogni suo atto, ogni sua azione avevano il compito di rinsaldare il legame
fra cittadini e Stato. Grande comunicatore, non perse mai la sua straordinaria schiettezza. Nessun capo di Stato o uomo politico italiano ha conosciuto all’estero una popolarità paragonabile alla sua. Ha
ricevuto lauree honoris causa dalle più prestigiose università.
La nostra proposta vuole riconoscere a questo uomo delle istituzioni e protagonista assoluto della rinascita repubblicana in Italia uno spazio simbolico, il ponte di Viale Trieste, che fu testimone della liberazione di Massa.”