I dati relativi all’inquinamento delle acque dei torrenti discendenti dalle cave non arrivano in forma completa ad Arpat: la centralina di Miseglia-Pesa sembrerebbe non funzionare. A segnalarlo la consigliera Maria Mattei che ha preparato una mozione per il consiglio comunale: “Permettetemi di ricordare che ARPAT, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, è da tempo responsabile del Progetto Speciale Cave, approvato con delibera della Giunta Regionale Toscana n° 945 del 2016.Il Progetto Cave si inserisce nel quadro complessivo delle Strategie della Regione Toscana per la Tutela Ambientale del Settore Estrattivo e prevede il potenziamento dei controlli diretti al miglioramento qualitativo e quantitativo delle tecniche di monitoraggio degli acquiferi, mediante monitoraggio dei corsi d’acqua legati alle sorgenti apuane, anche attraverso l’installazione di centraline per la verifica della qualità delle acque dei fiumi: Carrione e Frigido. Le suddette centraline hanno il compito di registrare i dati relativi alla torbidità, conducibilità e temperatura dell’acqua realizzando un monitoraggio costante del quale, in attuazione del Decreto Legsl. 152/2006, Arpat è responsabile. Considerato che sul Portale SIRA di Arpat (Sistema Informativo Regionale per l’Ambiente) sono messi a disposizione delle istituzioni, delle associazioni e dei cittadini, i risultati delle attività di controllo e monitoraggio effettuate da Arpat e che è possibile leggere, non solo le rilevazioni del giorno come effettuate dalle centraline delle Stazioni di Carbonera -Torano e Miseglia- Pesa, ma digitare a ritroso i giorni che si desiderano controllare e che mi è stato facilmente possibile verificare che, mentre per la Centralina di Carbonera- Torano i dati sono presenti, per quella di Miseglia- Pesa compare la dicitura NO DATA FOUND a partire dalla fine della prima decade di marzo, per proseguire per tutto aprile e fino ad oggi.Considerato che il Progetto Cave di Arpat deve delineare la quantificazione degli impatti dell’attività estrattiva sulle risorse idriche. Considerato che l’intorbidamento delle acque superficiali e sotterranee dei corsi d’acqua, in primis del Carrione, è un fenomeno ampiamente studiato che ha evidenziato come l’inquinamento da marmettola e terre di cava sia legato alla gestione dei detriti di escavazione, attualmente considerati rifiuti e come tali sottoposti a specifico codice che obbliga al loro smaltimento in discariche autorizzate, ex art 184 bis del Decreto Legsl. 152 del 2006 (Sito ARPAT). Considerato altresì che ISPRA – Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale, istituito con Legge n°133 del 2008 e sottoposto a vigilanza del MASE Ministero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica – ha richiamato gli enti pubblici e le aziende private a una migliore gestione dell’inquinamento da marmettola, evidenziando che le azioni intraprese non sono efficaci e sufficienti e sono inadeguate a identificare le responsabilità delle violazioni ambientali. Visto che dopo le recenti piogge sono apparsi sulla stampa locale alcuni articoli (che ad oggi nessuno ha smentito) che hanno sottolineato la conseguente presenza di marmettola nei fiumi e la mancanza di dati relativi alla torbidità delle acque che le centraline Arpat avrebbero dovuto rilevare alla stazione di Miseglia Pesa e inserire sul portale SIRA di Arpat, chiedo all’ amministrazione comunale di Carrara se sia al corrente che la Centralina di Miseglia – Pesa non sta fornendo dati ad Arpat. E quali azioni abbia intrapreso o intenda intraprendere in proposito”.
La centralina di Miseglia non fornisce i dati sull’inquinamento delle acque ad Arpat: la consigliera Maria Mattei presenta una mozione al sindaco
Scritto da Redazione
Politica
14 Maggio 2024
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