Secco e fermo arriva il 'no' del professor Pietro Lunardi all’ampliamento del Porto di Carrara, che in una lettera ai Paladini Apuoversiliesi scrive che “gli equilibri naturali hanno fatto sì che, a seguito della costruzione del porto di Carrara, si sia prodotto un fenomeno erosivo devastante e inarrestabile prima della costa apuana e ora della costa versiliese e definisce pretestuosa l’ affermazione contenuta nel Piano Regolatore del Porto, sottoposto a VAS, secondo sui ormai l’erosione c’è ma il porto non è più il colpevole dell’erosione in atto, se mai lo sono le opere di difesa, quali le scogliere.”
Delle ipotesi di ampliamento, il Professore si ricorda a bene a partire da quella del 2001, quando era Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti - poi bocciata o quella del 2015, svanita, di cui non si seppe più nulla. Il perché è semplice ci sono dei “rischi ambientali, - continua il Professore- che diventano immediatamente economici in un territorio che vive di turismo. “Solo eliminando il porto si potrebbe ricreare l’originario equilibrio delle spiagge!”
“Ma tant’é il porto c’è, dice Orietta Colacicco, Presidente dei Paladini e con il porto bisogna convivere, senza dimenticarsi mai dell’erosione della spiaggia, cercando mitigazioni.”
Il 28 Dicembre è stato firmato un protocollo d’Intesa per un ripascimento strutturale condiviso e firmato da Regione, Camera di Commercio Toscana Nord Ovest, Province di Lucca e Massa, i Comuni di Pietrasanta, Forte dei Marmi, Montignoso, Massa, Carrara e l’Autorità Portuale. L’dea è quella di prelevare la sabbia dalle zone di accumulo di Pietrasanta e a sud di Forte dei Marmi, come le sabbie di dragaggio del porto e di portarla alle zone in erosione della costa Apuana, con una manutenzione ordinaria da ripetersi ogni uno, due anni. “Tutti- continua Colacicco - i firmatari sono d’accordo sull’attivarsi contro l’erosione, ma con distinguo, perché i Sindaci di Pietrasanta, Forte dei Marmi, Montignoso e Massa, ha rilevato Bruno Murzi, Sindaco di Forte dei Marmi, hanno scritto una lettera al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, non un dettaglio, perché il progetto va da questo approvato, chiedendo di avere dimostrazioni sul fatto che i lavori di ampliamento del porto di Marina di Carrara non porteranno ulteriore erosione. Il Presidente della Regione Giani ha affermato che comunque il porto andrà realizzato, arrivando magari a compensazioni, ritenendo che “verranno fatte valutazioni empiriche e studi con tutti i crismi.” “Quali e quando - chiede Colacicco,- c’è stato tutto il tempo. E’ del 2018, e valeva 576.000 euro ,il bando per lo studio morfodinamico per esaminare gli effetti degli interventi sull’erosione per le aree costiere di La Spezia e Marina di Carrara e le prove avrebbero dovuto coprire quattro anni. Ma il PRP si ferma ai dati del 2020. Comunque anche uno studente del primo anno di Ingegneria direbbe che un prolungamento del molo di sopraflutto di 450 metri porterà un incremento di erosione per chilometri. E lo dicono le tante osservazioni del pubblico che sono sul sito del Ministero dell’Ambiente, prima la relazione tecnica dell’Università di Pisa, Dipartimenti di Scienze della Terra e di Ingegneria, committenti i Paladini Apuoversiliesi e dieci associazioni del territorio. Qui sono già stati fatti i controlli dello Studio di Morfodinamica Costiera con i modelli numerici relativo al PRP. Il risultato è che così il porto non si può ampliare. Né è accettabile il concetto della compensazione e in che modo è da chiedersi forse economico, facendo svanire la spiaggia e attività economiche.
Tornando al protocollo, bisogna fare chiarezza e lo chiuederemo Esaminando il documento non risulta che la sabbia sarà trasportata dai camion, come qualcuno ha ipotizzato, i mezzi sarebbero centinaia e centinaia, con un impatto ambientale inaccettabile. Altrettanto non sono definiti procedura e cronoprogramma”
Ma, nel lanciare una proposta, il Professor Lunardi scrive “anche ricorrendo allo strumento del ripascimento, gli equilibri naturali riproporrebbero in breve tempo la situazione attuale. Ciò significa anche che oggi, se si volesse intervenire per salvare il salvabile, sarebbe necessario congelare assolutamente qualsiasi ampliamento del porto di Carrara da un lato, dall’altro lato lavorare su un serio Modello fisico idraulico in scala ridotta a fondo mobile, per studiare scientificamente gli interventi realmente necessari per bloccare l’attuale erosione in corso con interventi che potrebbero comprendere parzialmente opere di ripascimento affiancate a soluzioni anche strutturali.”
”Che poi -chiude Colacicco,- se si considerano le previsioni di Enea con l’innalzamento del livello del mare sino a un metro per fine secolo, bisognerebbe capire come reggerebbe il progetto con il rischio di vanificare 490 Milioni di euro di investimento, un importo con cui mitigare l’erosione costiera di tutta la Toscana e di qualche altra Regione. E non è una necessità solo ambientale ed economica perché in Italia secondo i dati Istat-Eurostat circa il 60% della popolazione vive in una fascia massima di 5 chilometri dalla linea costiera, e, se il mare esonda come il 3 Novembre e il 2 dicembre sono guai ancora più seri.
Il New York Times ha lodato la provincia di Massa Carrara, per il marmo ci Carrara e gli Uffizi diffusi al Castello Malaspina di Massa, attrattive turistiche, tutto ciò che è immateriale. Su questo bisogna lavorare perché, dall’altra parte, nella classifica del Sole 24 Ore dedicata alla qualità della vita, su 107 province, Massa-Carrara perde 12 posizioni dallo scorso anno e si ferma a quota 72, precipitando nella parte bassa della graduatoria nazionale, con una perdita di 20 punti per "Affari e Lavoro".
Occorre una approfondita riflessione sul domani che si vuole avere."