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Scritto da Redazione
Politica
31 Ottobre 2021

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La Lega-Salvini premier apuana stigmatizza la linea politica legata al lapideo dell'amministrazione Cinquestelle, pur promuovendo l'articolo 21 del regolamento degli agri marmiferi, considerato infatti dal commissario provinciale del Carroccio Nicola Pieruccini un "valido strumento" per realizzare opere e progetti.

L'intoppo però, secondo la Lega, c'è: perché non essendo, questo meccanismo, accompagnato da un patto sociale tra città e imprese, ma da una "pungolatura" (come scrive Pieruccini citando l'assessore al marmo Matteo Martinelli) dell'amministrazione sul mondo delle imprese si risolverebbe in un quadro frammentato non in grado di "garantire la rinascita della città". Questo è in sintesi il pensiero e la valutazione espressi da Nicola Pieruccini in una nota stampa.

"Negli ultimi giorni si è infiammato il dibattito sul futuro delle cave, prendendo quasi a pretesto l'articolo 21 del regolamento degli agri marmiferi che lega il prolungamento delle concessioni alla realizzazione di opere pubbliche a favore della città. Come abbiamo già più volte evidenziato, riteniamo che l'articolo 21 possa essere, in teoria, un valido strumento per garantire la realizzazione di progetti importanti per la città e quindi un'adeguata ricaduta sul territorio dall'escavazione delle cave e, come conseguenza, un  miglioramento dei rapporti sociali in città. 

Tuttavia l'atteggiamento anche su questo tema dell'amministrazione a 5 stelle è da rigettare con forza perché non è "pungolando" le imprese, salvo poi farci accordi alla spicciolata, che si ottengono gli obiettivi prefissati ma realizzando un sistema giuridicamente sostenibile e,  possibilmente, un grande patto sociale tra le imprese e la città che si garantisce la rinascita e la  definizione di un futuro migliore".

Niente pianificazione di intervento sostenuta da un accordo per la città, ma semmai degli accordi fatti man mano senza una visione complessiva e frutto di un pungolo che suonerebbe più come un "ricatto" ai danni delle aziende, spiega Pieruccini che rivendica le istanze delle imprese:" E' legittima la richiesta delle aziende di ricevere tempi e modalità  di progetti e finanziamenti per ottenere il prolungamento delle concessioni perché ciò che Martinelli  chiama "pungolo" a noi sa tanto di "ricatto", ovvero una scorciatoia per recuperare qualche voto  "facile" e procurarsi qualche cliente con cui l'amministrazione a 5 stelle è solita flirtare, ma certo  non risolverà i complessi problemi del lapideo che necessitano di razionalità, rispetto delle leggi e,  possibilmente, di un clima sociale disteso e collaborativo". 

Pieruccini non risparmia critiche neanche all'amministrazione che ha preceduto quella pentastellata, il centrosinistra, su cui gravano, secondo il commissario provinciale del Carroccio, delle responsabilità legate alla legge regionale 35/2015. Tant'è che la nota si conclude con una valutazione negativa su quella norma responsabile di aver sancito un cambio di baricentro sulle politiche nel settore del lapideo:" Tuttavia-si conclude infatti la nota- è abbastanza surreale che la predica su questi temi venga fatta, com'è accaduto in questi  giorni sulla stampa, da "quelli di prima", poiché anch'essi hanno gravi responsabilità che, cinque  anni di astensione dal potere, non possono certo aver cancellato. La prima e più importante di  queste è la resa sancita dalle legge regionale 35/2015, voluta dalla maggioranza di centrosinistra e  sponsorizzata dall'amministrazione comunale dell'epoca, rispetto alla primaria competenza  comunale in materia di cave e marmo. La sinistra carrarese decise quindi deliberatamente di  rinunciare a regolamentare in ambito locale il settore lapideo disegnandone il futuro e promuovendo  la crescita e la concordia, trasferendo le più importanti decisioni da Carrara alle pastoie della  politica fiorentina. E questa è una responsabilità grave quanto se non più dell'inadeguatezza a 5  stelle, perché i clamorosi errori e la fallimentare gestione del lapideo da parte dell'amministrazione  comunale in carica discende anche da quella decisione". 

Fra. Vat.

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